Ipertensione non controllata: un intervento mininvasivo per condurre una vita normale
di Marzia Caposio
Argomento trattato nel corso di The Patient’s Voice, grazie all'esperienza diretta di una paziente e di una dottoressa che si occupa di ipertensione non controllata e di denervazione renale
20 DIC - L’ipertensione non controllata si caratterizza per la difficoltà di mantenere la pressione nei valori indicati dalle linee guida, nonostante l’assunzione di farmaci. Esistono però delle possibilità di intervento come, per esempio, la denervazione renale in grado di portare il paziente ad avere una buona qualità di vita. Questo l’argomento trattato nel corso di The Patient’s Voice, il nuovo format di Sics e Popular Science dedicato ai pazienti con il proprio vissuto e la propria storia di malattia.
Per questo secondo incontro dal titolo “Ipertensione non controllata, l’innovazione terapeutica per la qualità della vita dei pazienti” hanno partecipato Paola Ranieri, paziente con ipertensione non controllata e Daniela Benedetto, Dirigente Medico del Policlinico universitario Tor Vergata.
Quella della dott.ssa Ranieri è una storia lunga 20 anni. All’inizio si trattava di una ipertensione controllabile con farmaci ed esami di routine. Successivamente, però, nonostante si modificassero le terapie e l’assunzione di ben 13 medicinali, la pressione rimaneva sempre molto alta. La svolta arriva con la possibilità di effettuare un intervento di denervazione renale. A distanza di 5 anni dall’intervento, però, la situazione comincia a ripeggiorare tanto da rendere necessario un secondo intervento. “Adesso sto bene, non ho la pressione quotidianamente alta ed è controllata dai farmaci”, ha detto Paola Ranieri.
“Il caso della dott.ssa Ranieri è davvero emblematico. Ci permette di introdurre il concetto di ipertensione resistente”, ha spiegato la dott.ssa Daniela Benedetto. “Si tratta di pazienti che effettuano almeno quattro classi diverse di farmaci al dosaggio massimo tollerato, in ci deve essere presente almeno un diuretico. Nonostante questo, questo pazienti arrivano in pronto soccorso per delle crisi ipertensive che possono portare a degli eventi cerebrovascolari molto frequenti”.
Se, dopo aver effettuato tutte le terapie farmacologiche possibili e aver fatto adottare al paziente uno stile di vita congruo, “non riusciamo a ottenere dei valori adeguati di pressione, quindi sotto i 140/80 a seconda delle classi di età”, ha ricordato Benedetto, l’intervento di denervazione renale rappresenta una valida opportunità. “La denervazione renale è un trattamento sicuro, efficace ed è un trattamento che riusciamo a fare in sedazione”, quindi senza alcun dolore. “È anche abbastanza rapido, è una puntura locale, quindi anche le complicanze da quel punto di vista sono ridotte la minimo”.
La procedura di cui stiamo parlando si conosce già da tempo, ma negli anni l’innovazione tecnologica l’ha resa più sicura ed efficace. “Prima si utilizzava un dispositivo diverso, meno maneggevole, e si andava ad effettuare il trattamento soltanto su un focus specifico dell’arteria renale che è il punto di denervazione”, ha spiegato Benedetto. “Adesso siamo arrivati a effettuare un trattamento che coinvolge tutto l’asse arterioso del rene e questo si è visto grazie alla maneggevolezza del dispositivo che noi utilizziamo, che dà degli effetti anche più duraturi nel tempo”, ha concluso.
Modificare la propria vita in meglio e convivere con una ipertensione non controllata è dunque possibile. “Ora è tutta un’altra cosa. Avevo frequenti disturbi quotidiani, ma adesso sto bene. Prima non era una vita fattibile. Ora posso condurre uno stile di vita normale”, ha concluso Ranieri.