Vaccini Covid. Arrivano i primi dati su Omicron: potenziale calo della protezione da infezione rispetto a Delta. Fondamentali i booster. E Pfizer già annuncia nuovo vaccino entro marzo
Si tratta dei primi dati su esami in vitro eseguiti da Sigallab. Quello che al momento sembra emergere è che, con Omicron, si potrebbe assistere ad un calo di 40 volte della capacità di neutralizzazione della mutazione D614G, quella che rende il virus quantomeno più trasmissibile. Sembra però che non si perda completamente la capacità di neutralizzazione del virus e si mantenga più elevata nelle persone precedentemente infettate e poi vaccinate con due dosi. Un ruolo chiave potrebbero quindi giocarlo i booster. Intanto Pfizer annuncia un nuovo vaccino tarato su Omicron.
08 DIC - Con la variante Omicron si potrebbe avere ad un calo di 40 volte della capacità di neutralizzazione della mutazione D614G da parte dei vaccini. Parliamo di quella mutazione che rende il virus quantomeno più trasmissibile. Sembra però che non si perda completamente la capacità di neutralizzazione del virus e che questa si mantenga più elevata nelle persone precedentemente infettate e poi vaccinate con due dosi. Un ruolo chiave potrebbero quindi giocarlo i booster.
Questi i dati preliminari di uno studio in vitro che verrà pubblicato su
MedrXiv eseguito da
Sigallab per far luce su questa nuova variante del Covid. Il laboratorio è guidato da
Alex Sigal, dell’Africa Health Research Institute. La presenza, nelle persone infettate e poi vaccinate, di un'attività neutralizzante residua, nonostante una drastica riduzione, potrebbe rappresentare un buon auspicio anche per tutti quegli individui vaccinati che hanno ricevuto la terza dose di vaccino contro il Covid. Va ad ogni modo sottolineato che ad oggi non ci sono ancora dei dati per chi ha ricevuto il booster, si può quindi solo dedurre la probabile permanenza per loro di un'attività neutralizzante residua grazie all'innalzamento degli anticorpi.
Un'ipotesi potrebbe quindi essere che l'efficacia del vaccino contro l'infezione in individui convalescenti o vaccinati con doppia dose possa risultare fortemente ridotta. Questa protezione contro l'infezione potrebbe invece rimanere più elevata negli individui convalescenti vaccinati con doppia dose e in chi ha ricevuto tre dosi di vaccino. Non si hanno invece ancora dati sulla capacità di neutralizzazione dei vaccino contro la malattia grave.
Tutto questo dipenderà poi dal tipo di vaccini utilizzati. Alcuni vaccini forniranno probabilmente una protezione migliore di altri. Resta quindi ancora molto da indagare.
L'Oms intanto getta acqua sul fuoco. "Non ci sono indicazioni che la nuova variante Omicron causi forme più gravi di Covid-19 e non c’è motivo di dubitare che gli attuali vaccini proteggano i pazienti infetti dalla nuova variante", ha affermato
Michael Ryan, responsabile per le emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in un’intervista ad Afp. "Abbiamo vaccini molto efficaci che hanno dimostrato di essere potenti contro tutte le varianti finora, in termini di gravità della malattia e ospedalizzazione, e non c’è motivo di credere che non sia così" ha aggiunto Ryan, pur precisando che gli studi sulla variante rilevata solo il 24 novembre e da allora avvistata in circa 40 paesi sono "solo all’inizio".
E proprio oggi Pfizer annuncia un nuovo vaccino tarato sulla variante Omicron. L'azienda ha presentato oggi i risultati di uno studio di laboratorio iniziale che dimostra come gli anticorpi indotti dal suo vaccino riescano a neutralizzare la variante Sars-CoV-2 Omicron dopo tre dosi. I sieri ottenuti dai vaccinati un mese dopo aver ricevuto la vaccinazione di richiamo (terza dose del vaccino) hanno neutralizzato la variante Omicron a livelli paragonabili a quelli osservati per la proteina spike Sars-CoV-2 wild-type dopo due dosi.
"Sebbene due dosi del vaccino possano ancora offrire protezione contro malattie gravi causate dal ceppo Omicron, è chiaro da questi dati preliminari che la protezione è migliorata con una terza dose del nostro vaccino", ha affermato
Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer. "Garantire che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato con le prime due serie di dosi e un richiamo rimane la migliore linea d'azione per prevenire la diffusione di Covid".
"Il nostro primo set di dati preliminare indica che una terza dose potrebbe ancora offrire un livello sufficiente di protezione dalle malattie di qualsiasi gravità causate dalla variante di Omicron", ha affermato
Ugur Sahin, M.D., Ceo e co-fondatore di BioNTech. “Ampie campagne di vaccinazione e di richiamo in tutto il mondo potrebbero aiutarci a proteggere meglio le persone ovunque e a superare la stagione invernale. Continuiamo a lavorare su un vaccino adattato che, crediamo, aiuterà a indurre un alto livello di protezione contro la malattia Covid indotta da Omicron, nonché una protezione prolungata rispetto all'attuale vaccino”.
I primi lotti del vaccino per contrastare Omicron si prevede che saranno pronti per la consegna entro 100 giorni, in attesa dell'approvazione normativa, a marzo 2022.
08 dicembre 2021
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