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Sihta: "Ssn sostenibili solo se Hta diventa base per scelte politiche"


17 OTT - Un’Autorità nazionale per l’HTA, strumento necessario per salvare il Servizio sanitario nazionale e il suo impianto universalistico, garantendone efficacia assistenziale, sostenibilità economica, eticità. È quanto chiedono da Riva del Garda i massimi esperti italiani di innovazione in sanità riuniti al IX Congresso della Sihta, Società Italiana di Health Technology Assessment al termine della tre giorni che ha visto la partecipazione di oltre 500 professionisti espressione di competenze che vanno dalla medicina all’ingegneria all’economia.
 
"L’Italia ha bisogno di un organismo per governare il processo di innovazione e di miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale che sia al servizio della collettività, scollegata dal potere dell’esecutivo garantendo così ai cittadini una funzione di terzietà e che sia posta sotto il controllo del Parlamento" ha affermato nel suo intervento il Presidente della Sihta, Americo Cicchetti.
 
"Nell’ultimo anno sono state già sprecate almeno un paio di occasioni in cui l’applicazione dell’HTA avrebbe fatto la differenza, mi riferisco ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e al Decreto appropriatezza che ha creato tante polemiche anche perché non è emerso da un percorso robusto scientifico di condivisione. Oggi siamo di fronte al rischio di nuovi tagli lineari. Sarebbe l’ennesimo tragico errore, la salute dei cittadini richiede strumenti appropriati e l’HTA è il metodo scientifico più rigoroso e trasparente per consentire scelte politiche consapevoli", prosegue Cicchetti.
 
La soluzione finale individuata dal gotha dell’innovazione in sanità è pertanto la creazione di un’Agenzia ad hoc. "Purtroppo – conclude Cicchetti -il nostro sistema è costituito da competenze istituzionali ma anche scientifiche e professionali che sono distribuite tra diverse entità: Is, Agenas, Aifa, Ministero. Se tutti i soggetti che si occupano a vario titolo e con diversi livelli di profondità di HTA venissero messi a lavorare insieme in un unico contenitore istituzionale, sarebbe certo meglio. La cosa più prossima a questa prospettiva è oggi il programma nazionale HTA che però al momento riguarda solo i dispositivi medici. Al Paese serve che l’HTA diventi strumento ordinario per il governo delle scelte in campo sanitario. Forse qualche risposta potremmo averla dopo l’esito del referendum. Anche se la salute dei cittadini e il loro diritto alla salute non possono essere assoggettati ai tempi della politica e alle leggi del consenso".

17 ottobre 2016
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