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Lorenzin: “Riconosciuta la ragionevolezza del margine di azione della nostra legge "


27 AGO - “La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha stabilito che il nostro Paese, quando con la legge 40 vieta la ricerca che distrugge gli embrioni umani, non viola la Convenzione dei diritti umani, e tiene conto dell'interesse di tutti i soggetti coinvolti". È quanto sottolinea all'AdnKronos Salute il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo il pronunciamento della Corte Edu, che "ha quindi riconosciuto la ragionevolezza del margine di azione della nostra legge in questo ambito".
 
"Sullo stesso argomento, cioè il divieto di distruggere embrioni per fini di ricerca scientifica, aspettiamo - dice Lorenzin - un pronunciamento definitivo della Corte Costituzionale nei prossimi mesi, che riguarderà, in generale, la legittimità o meno di tale divieto rispetto alla nostra Carta Costituzionale".
 
La Corte europea di Strasburgo oggi "ha fatto riferimento esplicito al 'dibattito significativo' che si è creato in Italia su questo tema, evidenziandone la delicatezza - rileva il ministro - e ricordando anche che non c'è consenso, in Europa, nel merito. Ha quindi riconosciuto la ragionevolezza del margine di azione della nostra legge in questo ambito. Innanzitutto - nota Lorenzin - perché gli embrioni 'non possono essere ridotti a una proprietà' come definita dalla Convenzione stessa, e quindi non si può chiedere di donarli alla ricerca invocandone il diritto di proprietà".
 
"I giudici - rileva ancora Lorenzin - hanno poi stabilito che in questo caso non è stato neppure violato il diritto al rispetto della vita privata di chi, invece, quegli embrioni desiderava fossero utilizzati a scopo di ricerca". Ora dunque si attende "il pronunciamento definitivo della Corte Costituzionale", previsto nei prossimi mesi, conclude il ministro.

27 agosto 2015
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