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Con Degludec, l’insulina “flessibile”, vantaggi per giovani e anziani


03 DIC - Una durata d’azione particolarmente lunga, fino a 42 ore, che permette sia nei pazienti con diabete di tipo 1 che di tipo 2, una flessibilità nell’orario di somministrazione dell’insulina da un giorno all’altro, con un intervallo minimo di 8 ore tra le somministrazioni, senza compromissione dell’efficacia o rischio di ipoglicemia. Un vantaggio importante per giovani e anziani: svincolati dalla rigidità oraria della somministrazione dell’insulina vedono migliorare la gestione della loro vita, ma anche quella dei care giver.
È questo il messaggio che arriva dal World Diabetes Congress in corso a Melbourne fino al 6 dicembre che conferma i benefici dell’Insulina degludec.
 
I risultati di studi sull’innovativa degludec - l’insulina basale a lunga durata d’azione sviluppata da Novo Nordisk, già distribuita in Svizzera, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Giappone, Messico e di prossima introduzione in altri mercati mondiali anche in quello italiano - hanno dimostrato che la maggior parte delle persone con diabete di tipo 2, che la utilizzano in associazione a metformina, mantengono la propria glicemia sotto controllo per almeno 2 anni e mezzo. Ma i vantaggi arrivano anche per i pazienti con diabete di tipo 1.
 
Fino a non molto tempo fa la terapia del diabete di tipo 1 era caratterizzata da un’assoluta mancanza di flessibilità: caratteristica dell’insulina è la somministrazione sempre ad orari rigidi, con le stesse dosi. Con le attuali formulazioni invece questo concetto progressivamente è stato smontato permettendo ai pazienti di cambiare l’orario di somministrazione dell’insulina e anche il quantitativo della stessa in funzione del pasto che si vuole assumere e anche in funzione del valore di glicemia che si trova al momento del controllo glicemico. Un cambiamento importante soprattutto per le insuline rapide, ossia quelle che vengono iniettate prima di mangiare per evitare che la glicemia abbia picchi dopo il pasto.
Ma anche per l’insulina basale, che copre il bisogno di insulina in condizioni di digiuno, si richiede una maggiore flessibilità.
 
“L’offerta di insulina basale attualmente utilizzata dai pazienti – ha spiegato Paolo Di Bartolo, direttore Uoc di diabetologia Ausl di Ravenna – sicuramente efficace ha però alcuni limiti: nel 30% delle persone con diabete di tipo 1 non dura 24 ore, e in una quota più o meno simile, non è priva di episodi ipoglicemici, soprattutto nelle prime 12 ore dopo la sua assunzione. Episodi particolarmente insidiosi soprattutto la notte, quando si entra nella fase più profonda del sonno e la capacità di percepire i sintomi della glicemia che scende è facilmente compromessa. Un fenomeno che avviene proprio perché la stragrande maggioranza dei pazienti assume la terapia basale prima della cena. Ora la nuova formulazione colma questi limiti in funzione di un profilo di azione realmente piatto, ovvero senza picchi. È stata infatti documentata nei primi studi clinici una riduzione degli episodi di ipoglicemia notturna del 25% in meno rispetto alla migliori insuline disponibili. Questo diminuito rischio di incorrere nell’ipoglicemia permetterà di superare una delle barriere più importanti al raggiungimento del buon controllo della glicemia in una parte significativa delle persone con diabete di tipo 1. Infatti, è proprio la paura dell’ipoglicemia stessa, che spinge non pochi pazienti a mantenere volontariamente i valori glicemici elevati e quindi lontani dalla soglia dell’ipoglicemia”.
 
Soprattutto, la Degludec, avendo una durata fino 42 ore migliora la gestione della vita quotidiana svincolandola dalla rigidità della somministrazione serale. Un vantaggio per i pazienti anziani e per i care giver. “Gli anziani non sono spesso in grado di gestire autonomamente la somministrazione della terapia – ha aggiunto Di Bartolo – questo costringe i familiari o i care giver ad un’osservanza scrupolosa degli orari, grazie alla flessibilità di degludec questo problema viene risolto, consentendo di modificare l’orario della somministrazione dell’insulina in base alle esigenze di chi offre assistenza. La flessibilità nell’orario di somministrazione assume ancora più valore nei giovani pazienti, ove una gestione ad orari fissi viene vissuta come una costrizione che potrebbe trovare finalmente soluzione in questa nuova insulina basale”. 

03 dicembre 2013
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