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Che cos’è l’ipertensione resistente al trattamento


26 GIU - Il termine medico ipertensione indica la pressione alta, la prima causa di morte al mondo.  Si tratta di un disturbo cardiovascolare diffuso che si stima colpisca 1.2 miliardi di persone in tutto il mondo, in cui la pressione del sangue resta elevata in modo anomalo per un periodo di tempo protratto. Spesso asintomatica ove non trattata, l’ipertensione cronica può aumentare in modo significativo il rischio di infarto, ictus, scompenso cardiaco, nefropatia e morte, ponendo gravi rischi per la salute di chi ne soffre.  Si calcola che la spesa sanitaria mondiale direttamente attribuibile all’ipertensione superi i 500 miliardi di dollari all’anno.
 
L’ipertensione resistente al trattamento
L’ipertensione resistente al trattamento è definita come valore pressorio elevato (superiore a  140/90 mmHg) nonostante il trattamento con tre o più farmaci anti-ipertensivi. All’incirca una persona ipertesa su dieci, ovvero quasi 100 milioni di persone in tutto il mondo, risulta resistente al trattamento; si tratta di una malattia cronica particolarmente pericolosa poiché associata ad un aumento del rischio cardiovascolare, inclusi ictus e infarto, oltre a scompenso cardiaco e nefropatia. 
Alcune ricerce indicano che almeno un terzo dei soggetti ipertesi in terapia è considerato resistente al trattamento e che questa popolazione di pazienti mostra un rischio tre volte più elevato di andare incontro ad eventi cardiovascolari rispetto ai soggetti con ipertensione controllata.  , 2  Inoltre, sono maggiori le probabilità di soffrire di diabete, nefropatia cronica ed obesità.
Nonostante gli sforzi mirati e l’introduzione di numerose nuove terapie, la percentuale di pazienti resistenti al trattamento è aumentata del 62%  negli ultimi 20 anni.
 
Le cause
L’ipertensione resistente al trattamento è una malattia complessa e non è ben chiaro perché in alcuni pazienti l’ipertensione sia così difficile da controllare. L’esordio dell’ipertensione è stato  messo in correlazione con vari fattori, tra cui la genetica, l’età, l’alimentazione e lo stile di vita.
L’ipertensione può derivare anche dall’iperattività del Sistema Nervoso Simpatico (SNS). Il SNS, infatti, collega cervello, cuore, vasi sanguigni e reni – ciascuno dei quali svolge un ruolo importante nella regolazione della pressione del sangue. Può quindi modificare il livello di attivazione di tutti gli altri organi del sistema e, di conseguenza, incidere sulla regolazione della pressione del sangue.
In presenza di un’iperattività del SNS, i segnali inviati al resto del sistema possono rendere iperattivi anche altri organi, con il conseguente aumento della pressione del sangue.
 
Come gestirla
Oltre ad assumere tre o più farmaci, ai pazienti con ipertensione resistente al trattamento è vivamente consigliato di apportare modifiche alla propria dieta e allo stile di vita, secondo le istruzioni del medico, ad esempio perdendo peso, facendo esercizio, riducendo l’assunzione di sodio ed aumentando l’assunzione di potassio.
In risposta alla consapevolezza sempre più condivisa che l’ ipertensione resistente al trattamento spesso necessiti degli sforzi coordinati dei medici di base e dei medici specializzati nella gestione dell’ipertensione, gli esperti invitano questa popolazione di pazienti difficili da trattare a consultare uno specialista nel campo dell’ipertensione.

26 giugno 2013
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