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Cos'è la sclerosi multipla


29 MAG -

Nel mondo, la sclerosi multipla (Sm) è la causa più comune di disabilità neurologica nei giovani adulti e colpisce le donne in misura maggiore degli uomini. È una malattia cronica infiammatoria del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) che può determinare disabilità progressiva ed è causata da una risposta abnorme del sistema immunitario che provoca l’infiammazione e danneggia la mielina e i neuroni. La mielina è una guaina ricca di lipidi che avvolge gli assoni dei neuroni e facilita la trasmissione degli impulsi nervosi. La perdita di mielina (demielinizzazione) e di neuroni (neurodegenerazione) compromette la trasmissione degli impulsi nervosi tra il cervello, il midollo spinale e il resto del corpo provocando i sintomi tipici della Sm; le lesioni possono comparire in differenti aree del cervello e del midollo spinale. Ad oggi, nonostante i notevoli progressi della ricerca, non esistono terapie definitive per la Sm.

Decorso e sintomi

Nella maggior parte dei casi, la sclerosi multipla viene diagnosticata nella fascia di età 20-40 anni mentre i casi pediatrici (prima dei 18 anni) riguardano il 3-5% delle diagnosi. Al momento della diagnosi, l’80-85% delle persone manifesta la forma recidivante remittente della Sm, caratterizzata da ricadute, con episodi neurologici acuti, seguite da fasi di remissione dei sintomi. Nel 10-15% dei casi la malattia esordisce come una forma progressiva (primaria progressiva) caratterizzata da un constante peggioramento dei sintomi. Il 65% circa delle forme recidivanti remittenti sviluppa una forma progressiva (secondaria progressiva) dopo un periodo di tempo variabile (in media dopo circa 15 anni dall’esordio). Le donne sono colpite in misura superiore agli uomini, con un rapporto di 2-3 donne per ogni uomo colpito dalla malattia.

Nella maggior parte dei casi, la Sm si manifesta inizialmente con sintomi episodici e transitori, differenti per gravità, frequenza e durata, in base alle aree del sistema nervoso centrale colpite. I sintomi più comuni sono:

Diagnosi

Ad oggi non è disponibile un singolo esame o test in grado di accertare la malattia in modo definitivo e inequivocabile: sulla base di una serie di criteri da soddisfare vengono utilizzate diverse strategie per arrivare a una diagnosi di Sm ed escludere altre possibili cause dei sintomi. La diagnosi viene formulata dal neurologo in base alla storia medica (sintomi riferiti dal paziente), all’esame neurologico e ad analisi strumentali (risonanza magnetica, potenziali evocati) e biologiche (sangue e liquido cerebrospinale).

Cause

La causa o le cause della Sm non sono ancora conosciute. Nell’insorgenza della Sm giocano un ruolo fondamentale fattori come l’ambiente e l’etnia (clima temperato, latitudine, origine caucasica, bassi livelli di vitamina D), l’esposizione ad agenti infettivi, soprattutto nei primi anni di vita, e la predisposizione genetica. Sarebbe quindi l’insieme di più fattori a innescare il meccanismo immunitario alla base dell’insorgenza dei sintomi (origine multifattoriale).

Terapie farmacologiche

Anche se non esiste ancora una terapia in grado di bloccare la Sm, sono disponibili numerosi farmaci che vengono utilizzati per modificare il decorso della malattia, trattare le ricadute (chiamate anche attacchi o poussé) e gestire i sintomi.

I farmaci in grado di incidere sui meccanismi della malattia, e quindi di modificarne il decorso, agiscono con modalità diverse sulla funzione del sistema immunitario (farmaci immunomodulatori e immunosoppressori). Questi farmaci riducono il numero e la gravità delle ricadute, limitano la comparsa di nuove lesioni rilevabili con la risonanza magnetica, e rallentano la progressione della disabilità. Attualmente, i farmaci approvati in grado di modificare il decorso della Sm comprendono farmaci iniettabili per via intramuscolare [Avonex (interferon beta-1a)] o sottocute [Betaseron (interferon beta-1b), Copaxone (glatiramer acetato), Copemyl (glatiramer acetato), Extavia (interferon beta-1b), Plegridy (peginterferon beta-1a), Rebif (interferon beta-1a)], farmaci per via orale [Aubagio (teriflunomide), Gilenya (fingolimod), Mayzent (siponimod), Tecfidera (dimetilfumarato), Mavenclad (cladribina)], e farmaci iniettabili per via endovenosa [Lemtrada (alemtuzumab), Novantrone (mitoxantrone), Ocrevus (ocrelizumab), Kesimpta (ofatumumab), e Tysabri (natalizumab)].

Le ricadute della Sm sono causate dall’infiammazione nel sistema nervoso centrale. Molti attacchi si risolvono spontaneamente senza trattamento. Nella maggior parte dei casi, le ricadute sono trattate con farmaci steroidei (cortisonici), in particolare il metilprednisolone, dotati di un potente effetto anti-infiammatorio. I farmaci steroidei abbreviano la durata dell’attacco, riducendone anche la gravità, sebbene la risposta sia variabile. La modalità di assunzione più frequentemente utilizzata è quella endovenosa (alte dosi di metilprednisolone per 3-5 giorni), trattamento che può essere seguito da un breve periodo di terapia steroidea per bocca.

Le terapie farmacologiche disponibili per controllare e alleviare i sintomi più comuni della Sm sono numerose e appartengono a diverse classi farmacologiche.

Terapie non farmacologiche

Queste terapie integrano e si affiancano a quelle non farmacologiche, aiutando le persone a gestire la malattia e a migliorare il comfort e la qualità della loro vita. La riabilitazione è considerata un approccio adeguato nella gestione della Sm. Per contrastare in modo ottimale la varietà di sintomi e di problemi che si presentano durante la malattia è necessario un approccio interdisciplinare che coinvolge varie figure professionali – l’equipe riabilitativa - e interventi riabilitativi, quali la fisioterapia, la terapia occupazionale, la logopedia, la riabilitazione dei disturbi sfinterici e cognitivi, il reinserimento sociale, e il supporto psicologico.


(Fonte Epicentro ISS)



29 maggio 2024
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