Ma le aziende del farmaco bocciano la riforma. Efpia: “Impraticabile e destinata a fallire”
26 APR - “Fin dall'inizio, l'Efpia, le aziende e le associazioni che ne fanno parte hanno sostenuto gli obiettivi della Strategia farmaceutica dell'UE. Garantire un accesso più rapido ed equo ai farmaci, evitare e mitigare le carenze e assicurare che l'Europa possa essere un leader mondiale nell'innovazione medica sono obiettivi che condividiamo. Purtroppo, le proposte odierne minano la ricerca e lo sviluppo in Europa, senza affrontare la questione dell'accesso ai farmaci per i pazienti”. A dirlo è
Nathalie Moll, direttore generale dell'Efpia, l'associazione europea delle industrie farmaceutiche, nel giorno in cui la Commissione europea ha presentato la proposta di riforma della legislazione in materia di farmaci.
La pubblicazione della legislazione farmaceutica dell'UE rappresenta un'importante pietra miliare nel momento in cui l'UE, gli Stati membri e l'industria si stanno impegnando a migliorare l'accesso ai farmaci e ai vaccini e a rinvigorire la scienza e l'innovazione in Europa, scrive l'Efpia in una nota.
"Accogliamo con favore le iniziative volte a rendere il quadro normativo europeo a prova di futuro - ha aggiunto
Hubertus von Baumbach, presidente dell'Efpia - e a stimolare la ricerca su nuovi trattamenti per affrontare la resistenza antimicrobica. Ma sebbene la legislazione rivista sia stata concepita per migliorare la competitività dell'Europa, l'impatto 'netto' delle politiche definite in queste proposte, nella loro forma attuale, mette a rischio la competitività europea: nel complesso, indebolisce l'attrattiva degli investimenti nell'innovazione e ostacola la scienza, la ricerca e lo sviluppo europei. Per realizzare davvero l'ambizione di un'Ue incentrata sul paziente nel settore delle scienze della vita, è fondamentale che venga condotta una verifica completa della competitività sull'impatto della proposta di nuova legislazione farmaceutica".
"L'approccio definito nella legislazione farmaceutica, che penalizza l'innovazione se un farmaco non è disponibile in tutti gli Stati membri entro due anni - prosegue Moll - è fondamentalmente sbagliato e rappresenta un obiettivo impossibile per le aziende. È noto che la stragrande maggioranza dei ritardi nell'accesso ai nuovi farmaci si verifica dopo che l'azienda ha presentato la domanda per la determinazione dei prezzi e dei rimborsi ed è in attesa di una decisione, in modo che il nuovo trattamento possa essere messo a disposizione dei pazienti. Per risolvere la variabilità nell'accesso ai nuovi farmaci nell'UE è necessario che tutti i partner si mettano urgentemente attorno a un tavolo e affrontino i problemi reali, piuttosto che una legislazione a livello europeo impraticabile e destinata a fallire".
"Nei prossimi mesi ci impegneremo a collaborare con i membri del Parlamento europeo, del Consiglio e con le altre parti interessate per garantire che la revisione della legislazione farmaceutica e del pacchetto di brevetti risponda alle esigenze dei pazienti, dei nostri sistemi sanitari, degli Stati membri e del settore europeo delle scienze della vita. Se non verranno apportate modifiche, "l'eredità di questa Commissione sarà che l'Europa si trasformerà in semplice consumatrice dell'innovazione medica di altre regioni del mondo e che i pazienti europei aspetteranno più a lungo che mai i più recenti progressi nelle cure".
26 aprile 2023
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