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Studio COMBI-AD: “Raggiunto un plateau nelle curve di recidiva del melanoma, che fa sperare nella guarigione dei pazienti"


12 GIU - All’ASCO 2020, sono stati presentati i dati a 5 anni dello studio COMBI-AD, che ha valutato l’efficacia della combinazione dei farmaci dabrafenib e trametinib in pazienti con melanoma in stadio III. Il trial mostra un’efficacia a lungo termine della terapia e il raggiungimento di una sorta di plateau nelle curve di recidiva del melanoma. Abbiamo parlato dei risultati dello studio con Mario Mandalà, Responsabile del Unità Melanoma dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Quali sono i dati principali che emergono dallo studio COMBI-AD?
COMBI-AD è uno studio prospettico, randomizzato, in doppio cieco, condotto su pazienti con melanoma BRAF mutato al terzo stadio, radicalmente operato, a cui è stata somministrata o una terapia target, una combinazione di un BRAF inibitore (dabrafenib) e di un MEK inibitore (trametinib). Al braccio di controllo è stato somministrato un placebo. Quest’anno sono stati presentati all’ASCO i dati di follow-up a cinque anni e hanno mostrato una riduzione relativa del rischio del 49%, con una riduzione del rischio di recidiva assoluto del 16%, che si mantiene a cinque anni a fronte di un trattamento che viene somministrato per un anno in seguito all’operazione chirurgica. In sintesi i dati mostrano che il trattamento di un anno ha un’efficacia a lungo termine nel prevenire le recidive del melanoma in stadio terzo.

Lo studio internazionale ha coinvolto molti centri. Qual è stato il ruolo dell’Italia?
Lo ha coinvolto Europa, America e Australia. L’italia ha svolto un ruolo molto molto importante in quanto due dei cinque centri che hanno coinvolto più pazienti erano proprio italiani, tra cui l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in cui lavoro.

Quali sono i punti di forza di questo studio?
Si tratta dello studio che valuta l’efficacia di un adiuvante in cui i pazienti sono stati seguiti più a lungo. I risultati mostrano poi un’efficacia a lungo termine: a tre anni il 59% dei pazienti non presentava recidiva, a quattro anni il 54%, a cinque anni il 52%, quindi viene raggiunto una sorta di plateau nelle curve di recidiva del melanoma, che fa ben sperare nella possibilità di guarigione per questi pazienti.  Inoltre osserviamo una tossicità acuta, ed effetti collaterali che non permangono nel tempo.

La terapia è stata approvata dall’AIFA a gennaio. Seguiranno ulteriori studi dei dati real-life?
Certamente. Come sempre, dopo agli studi di fase tre seguiranno gli studi di fase 4, osservazionali, post-registrativi.
 
C.d.F.

12 giugno 2020
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