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Nefropatia. La Sardegna incentiva la dialisi domiciliare

di Elisabetta Caredda

Approvata la delibera sugli indirizzi interpretativi ed applicativi della norma che disciplina l’assegnazione dei contributi. I sussidi saranno riconosciuti a tutti i pazienti che effettuano la dialisi domiciliare in qualsiasi forma autorizzata dal presidio di dialisi. Nieddu: “Un’attenzione rivolta a persone che necessitano di terapie salvavita e che rappresentano una categoria fragile particolarmente esposta alle conseguenze dell'infezione da Covid-19”. LA DELIBERA

15 SET - Sono circa 2.400 annualmente in Sardegna i nefropatici che beneficiano dei sussidi per un valore complessivo di 11 milioni di euro, come rilevato per l'anno 2020. Per loro la Giunta regionale ha ora approvato la delibera che sancisce gli indirizzi interpretativi ed applicativi della norma regionale che ne disciplina l’assegnazione affinché, ancor più in piena emergenza sanitaria da Covid-19, possa essere incentivata la dialisi domiciliare ai pazienti in qualsiasi forma.

L’assessore alla Sanità Mario Nieddu, sentito da Quotidiano Sanità, spiega: “I sussidi di cui possono avvalersi le persone nefropatiche sono regolamentati dalla L.R. n. 11 dell’ 8 maggio 1985 “Nuove norme per le provvidenze a favore dei nefropatici”. Essa prevede di riconoscere ai pazienti residenti in Sardegna e sottoposte a trattamento dialitico quattro tipologie di sussidi: quelli che vengono attribuiti sotto forma di assegno mensile, quelli assegnati a titolo di rimborso delle spese di viaggio o di trasporto e di soggiorno, nei casi in cui il trattamento di dialisi sia effettuato nell’ambito di presidi ospedalieri/extra ospedalieri o in ambito domiciliare presso comuni diversi da quello di residenza”.

“Ancora – prosegue l’assessore -, ci sono i contributi che vengono dati ai pazienti che si sottopongono ad un intervento di trapianto di rene, ulteriori al rimborso delle spese di viaggio o di trasporto e di soggiorno sostenute da questi per raggiungere il centro dove dovranno eseguire la tipizzazione e/o l'intervento; ed infine si hanno i contributi forfettari per le spese di preparazione dei locali per il trattamento dialitico, per le spese di consumo di energia elettrica, di acqua e di consumo telefonico, nonchè per le prestazioni dell'assistente di dialisi, che i nefropatici sottoposti al trattamento dialitico domiciliare si trovano a sostenere”.

Ed è su questo ultimo punto che Nieddu evidenzia: “Sui contributi forfettari abbiamo ritenuto necessario impartire degli indirizzi meglio interpretativi ed applicativi della norma regionale che ho citato, perchè i benefici previsti dall'art. 13 della stessa L.R. n. 11/1985 siano riconosciuti anche a favore dei nefropatici che effettuano la dialisi domiciliare in qualsiasi forma autorizzata dal presidio di dialisi. Ciò per  incentivare un sempre maggior ricorso ai trattamenti domiciliari ed assicurare i benefici previsti a tutti i pazienti che effettuano la dialisi domiciliare, compresa quella nelle forme dell'emodialisi e della dialisi peritoneale”.

“Una necessità – conclude l’assessore - rafforzata a seguito dell'emergenza sanitaria da Covid-19 in corso e delle conseguenti misure di contrasto e contenimento della diffusione del virus, che si sa, talvolta, rendono complesso l'accesso nelle strutture ospedaliere. Un’attenzione che non poteva mancare, rivolta a quelle persone che necessitano di terapie salvavita, proprio come i dializzati, e che rappresentano una categoria fragile particolarmente esposta ad eventuali conseguenze dell'infezione da Covid-19”.

In merito alla decorrenza dei sussidi previsti dalla L.R. n. 11/1985 e smi è stato approvato che gli stessi siano riconoscibili dal mese successivo a quello di presentazione della domanda da parte del beneficiario.

Elisabetta Caredda

15 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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