Specializzazioni mediche e sanitarie. La Sardegna investe oltre 30 milioni di euro
di Elisabetta Caredda
Via libera del Consiglio regionale alla proposta di legge che, attraverso le risorse stanziate, consentirà di finanziare 200 contratti aggiuntivi di formazione medica e 62 borse di studio per l'area sanitaria. Con quelle finanziate a giugno, le borse di studio salgono rispettivamente a 253 e 73. Solinas: “Gettate le basi per superare l'imbuto formativo che per troppo tempo ha privato il territorio di figure professionali”. Nieddu: “Sulla mancanza di personale medico c'è un problema emergenziale acuito dalla pandemia. Le nostre ragioni sono all’attenzione del Governo”.
14 LUG - I giovani laureati medici della Sardegna potranno contare quest’anno su 253 contratti aggiuntivi a quelli assegnati dal ministero della Salute con propri fondi statali. Per le specializzazioni dei laureati non medici di area sanitaria (veterinari, psicologi, farmacisti, biologi, chimici, fisici etc.) sono previste invece, complessivamente, 73 borse di studio.
Dopo i finanziamenti regionali stanziati dalla Giunta per i primi 53 contratti di formazione specialistica aggiuntivi per i medici e 11 borse di studio per i laureati nelle altre discipline sanitarie, nella mattinata di ieri il Consiglio regionale ha approvato ad unanimità la PL n.276/2021, primo firmatario il Consigliere
Giorgio Oppi (UDC Cambiamo!), con la quale sono state incrementate le risorse per la copertura di altri 200 contratti di formazione e 62 borse di studio. In totale le risorse messe in campo dalla Regione per finanziare i contratti di formazione specialistica aggiuntivi regionali nel triennio 2021-2023 ammontano a oltre 30 milioni.
“La nuova programmazione delle borse di studio di specializzazione medica – dichiara il Presidente della Regione
Christian Solinas - è la conferma del nostro grande impegno per la sanità dell’Isola. Il futuro del nostro sistema sanitario passa dai giovani. Abbiamo gettato le basi per superare le inefficienze di un imbuto formativo che per troppo tempo ha privato i medici non specializzati delle giuste opportunità e il territorio di quelle figure professionali che oggi mancano drammaticamente ovunque. Un forte segnale d’attenzione dunque per i giovani medici, molti dei quali già nel corso dell’emergenza pandemica hanno dato un contributo fondamentale prestando servizio in prima linea nelle corsie dei nostri ospedali o in rinforzo dei servizi di Igiene Pubblica”.
La misura, è punta d’orgoglio anche per l’assessore alla Sanità
Mario Nieddu: “La programmazione pluriennale rispecchia un’impostazione lungimirante, in sintonia con una pianificazione a medio lungo termine a cui da tempo guardiamo con forza. Sulle attuali carenze di personale medico traspare chiaramente un problema emergenziale nel nostro sistema sanitario, acuito oggi dalla pandemia. E le nostre ragioni sono all’attenzione del Governo. In Commissione Salute della Conferenza delle Regioni ho chiesto che venisse sollecitato un intervento normativo per promuovere misure straordinarie”.
“Non è pensabile, infatti – prosegue Nieddu -, che l’attuale situazione possa essere affrontata dalle Regioni con gli strumenti ordinari. In applicazione del patto per la Salute, come avevamo chiesto, è stato avviato l’iter di revisione del DM70 che da sempre rappresenta una minaccia per la sopravvivenza di tanti servizi sul nostro territorio. Ed oltre ciò, attendiamo inoltre risposta dal Ministro della Salute per la modifica della normativa che istituisce le Usca, che ci consentirebbe di utilizzare il personale, là dove necessario, per sopperire alla carenza dei medici di base”.
Per il Consigliere Oppi: “Il via libera alla PL n.276/2021 porta a 200 le borse di specializzazione per i medici e a 62 quelle di area non medica. Nel triennio potremo contare sulla formazione di 600 medici, con un finanziamento di 30 milioni di euro, in un momento di grande difficoltà per la carenza di medici in tutti gli ospedali, in particolare in quelli delle aree rurali”.
“Un ringraziamento – prosegue Oppi - va a tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, che hanno consentito di portare il testo subito in aula, utilizzando l’articolo 102 del Regolamento, vista anche la scadenza del 20 luglio per le selezioni nazionali. Una condivisione che poi si è espressa nell’approvazione del testo all’unanimità”.
“Personalmente – ribatte il Consigliere
Antonello Peru (UDC Cambiamo!), relatore in commissione consiliare Salute della proposta -, mi sono battuto perché si creassero le condizioni più adeguate per dare ai nostri giovani laureati le stesse possibilità di chi vive e si forma nella penisola. E tra le altre cose, abbiamo favorito al termine del percorso di specializzazione dei medici, anche la loro permanenza in Sardegna per garantire un adeguato turn over nel nostro sistema sanitario regionale. Per accedere ai contratti di formazione specialistica regionali aggiuntivi, infatti, la norma prevede che bisogna essere residenti in Sardegna da almeno 5 anni e garantire, nei 3 anni successivi la specializzazione, la disponibilità a lavorare nelle strutture ospedaliere della stessa regione”.
Esulta anche il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais: “L’approvazione all’unanimità del provvedimento da parte dell’Assemblea legislativa è un passo fondamentale per una sanità più efficiente che deve poter dare risposte immediate ai pazienti sardi che vogliono curarsi nel loro territorio nonché ampliare la possibilità di specializzazione ai laureati in medicina”.
“Si tratta di un’opportunità per gli studenti sardi - conclude Pais - fortemente voluta dalla Giunta Solinas che farà crescere ulteriormente la qualità del sistema sanitario isolano. Ritengo però urgente una revisione della legge nazionale per consentire un maggiore accesso dei nostri studenti alla facoltà di medicina che, secondo le regole attuali, sono fortemente penalizzati”.
Elisabetta Caredda
14 luglio 2021
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