Covid. La variante Delta sbarca in Sardegna. Finora 13 casi ma due pazienti vaccinati si sono negativizzati in breve tempo
di Elisabetta Caredda
“Due residenti nel Sud Sardegna, vaccinati con Pfizer, hanno sviluppato la forma asintomatica e si sono negativizzati in un lasso di tempo abbastanza breve. Sembrerebbe dunque che i vaccini funzionino, al momento i casi rilevati ci fanno ben sperare, ma non potendoci basare su riscontri di ampi numeri dobbiamo continuare ad essere prudenti”, ci ha spiegato il Direttore del laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell'Aou di Cagliari Ferdinando Coghe
16 GIU - E’ allerta in queste ore in Sardegna dopo l’individuazione della sopraggiunta variante indiana del Coronavirus, ribattezzata recentemente come Delta, che parrebbe avere un rischio di trasmissibilità superiore del 60% rispetto alle varianti precedenti e che sta portando alla proroga delle misure restrittive in Gran Bretagna.
Sentito da
Quotidiano Sanità, il Direttore del laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell'Aou di Cagliari,
Ferdinando Coghe, spiega: “Al policlinico sono stati sequenziati 12 pazienti, di cui 7 provenienti da un equipaggio di 15 cittadini indiani risultati tutti positivi al virus e dei quali, in 7 di essi appunto, abbiamo individuato la nuova mutazione del Sars-Cov-2 denominata variante Delta. Oltre a questi marinai, abbiamo riscontrato la variante Delta anche in un turista extracomunitario che è arrivato nel sud Sardegna con un volo privato ed ha infettato un altro residente con cui è entrato in contatto, che a sua volta ne ha infettato altri tre. Ancora, domenica 13 giugno abbiamo rilevato la stessa variante in un 13esimo paziente che è arrivato nell’isola dalla Gran Bretagna”.
“Dei quattro residenti rimasti contagiati per trasmissione del virus avvenuta dal contatto col turista nel Sud Sardegna – prosegue il Direttore - due erano vaccinati con Pfizer, hanno sviluppato la forma asintomatica, e si sono negativizzati in un lasso di tempo abbastanza breve. Sembrerebbe dunque che i vaccini funzionino, che siano efficaci anche sulla variante indiana. Sempre che non si manifesti una mutazione sul gene S che permette al virus di far eludere il sistema immunitario e, come appreso dalla letteratura scientifica, sembrerebbe faccia perdere efficacia al vaccino somministrato. Vero è che ancora non esistono dei dati sufficientemente ampi, tali da poter oggi dire con fermezza che il vaccino funziona o non funziona”.
“Al momento i casi riscontrati ci fanno ben sperare – conclude Coghe -, con auspicio, ma ripeto, non potendoci basare su riscontri di ampi numeri, dobbiamo continuare ad essere molto prudenti”.
Elisabetta Caredda
16 giugno 2021
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