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Donazione di organi a Cagliari. Il Dg Sorrentino: “E’ importante che il Covid non fermi i trapianti”

di Elisabetta Caredda

Al Policlinico universitario è stato prelevato il fegato di un paziente 86enne, poi trapiantato su un altro paziente sardo. D’Antonio: “La donazione del 3 Dicembre a Cagliari è il risultato dell’impegno di tutta la rete chiamata a reagire in maniera organica, fattiva e organizzata pur di fronte alla grave avversità della pandemia in corso”.

07 DIC - “Il Coronavirus non ferma i trapianti e la generosità dei sardi. Al Policlinico è stato prelevato il fegato di un paziente 86enne, trapiantato poi su un altro paziente sardo dell’equipe di Fausto Zamboni”. Lo rende noto l’Azienda Ospedaliera Universitaria della provincia di Cagliari. “Il donatore – racconta la nota stampa dell’AOU - era ricoverato al Policlinico Duilio Casula per un’emorragia cerebrale a cui è poi sopraggiunta la morte. La moglie del paziente ha dato l'assenso alla donazione ed è partita la macchina dei trapianti. L'accertamento di morte cerebrale è iniziato alle 21,30 di giovedì 3 dicembre, ed è terminato la mattina di venerdì alle 4,30. Alle 7,00 l'equipe per il prelievo era già in una delle sale operatorie al Policlinico. Terminato il prelievo, il fegato è stato portato al Brotzu dove era in attesa il ricevente”.

“È importante che le donazioni non si fermino – dice il direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino – anche se siamo in un momento delicato con la pandemia in corso. È fondamentale che la cultura del dono continui a crescere”. Sorrentino sottolinea “il grande impegno di tutto il personale che si è prodigato per la riuscita del prelievo e la grande collaborazione con il Brotzu e il centro regionale dei trapianti: un lavoro di squadra fondamentale”.

Sentito da Quotidiano Sanità, il Coordinatore Regionale Trapianti Regione Sardegna Lorenzo D'Antonio, sostiene: “L’emergenza epidemiologica da Sars-CoV-2 avendo coinvolto in maniera pressoché totalizzante la rete ospedaliera con particolare riguardo ai reparti di terapia intensiva ed alle aree di assistenza ad alta intensità di cure, ha inevitabilmente influito in tutto il Territorio Nazionale sull’attività di donazione e, di conseguenza, su quella di trapianto d’organi. In tale contesto, la Rete di donazione e trapianto della Regione Sardegna, congiuntamente alle Autorità Regionali del settore e con il supporto del Centro Nazionale Trapianti, nella convinzione della necessità di garantire il percorso donazione-trapianto quale terapia salvavita e Livello Essenziale di Assistenza, ha cercato comunque di assicurare e salvaguardare l’efficienza del servizio attraverso azioni di coordinamento tra le varie aziende sanitarie della Regione ed il costante monitoraggio clinico e l’analisi dei processi. Ciò, pur nella consapevolezza della estrema difficoltà del momento, atteso che, anche l’attuale ulteriore ondata dei contagi, ha reso ancora più complessa la continuità assistenziale dei tanti pazienti in lista di attesa per trapianto”.

“In questo particolare contesto – rileva il Coordinatore - deve inserirsi la donazione del 3 Dicembre a Cagliari, risultato dell’impegno di tutta la rete chiamata a reagire in maniera organica, fattiva e organizzata a tale grave avversità. Il processo che dalla donazione ha potuto consentire il trapianto in un paziente affetto da grave insufficienza d’organo, è stato reso possibile grazie alla professionalità ed alla comunione di intenti di un sistema che cerca di migliorarsi giorno per giorno, e di acquisire sempre maggiore affidabilità, efficienza, qualità. Il percorso è senza dubbio arduo e l’obiettivo ambizioso: servirà l’impegno ed il lavoro di ogni singolo operatore della rete per riuscire a raggiungere standard di attività in grado di poter garantire le migliori cure ai nostri pazienti in lista di attesa, per i quali il trapianto costituisce l’unica terapia possibile e, per la maggior parte di loro, la sola in grado di assicurare concrete chance di sopravvivenza. Infine un ringraziamento affettuoso e sincero alla famiglia del donatore, per il gesto di generosità e di altruismo, per noi tutti stimolo fondamentale a continuare a lavorare con responsabilità e perseveranza” – conclude D’Antonio.

Elisabetta Caredda

07 dicembre 2020
© Riproduzione riservata

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