Organizzazione Rete chirurgica. Arru rassicura l'Anci: “Non abbandoneremo le zone disagiate”
“Le patologie chirurgiche acute,che devono essere trattate in urgenza, potranno essere gestite anche negli ospedali di zona disagiata. Patologie che richiedono interventi con rischio anestesiologico alto saranno concentrati nei Dea di riferimento. E questo in coerenza con i principi di sicurezza e qualità delle cure e nell’interesse dei cittadini sardi, ovunque essi vivano”. Così l'assessore sardo della Sanità
28 SET - “La proposta di delibera sulla riorganizzazione della Rete Chirurgica è frutto del lavoro di un tavolo tecnico, coordinato dal direttore dell’Unita operativa di Chirurgia di Olbia,
Luigi Presenti, ex presidente del Collegio dei Chirurghi Italiani. Il gruppo di lavoro guidato da Presenti aveva il compito di individuare la migliore organizzazione chirurgica al contesto sardo, in attuazione della Rete Ospedaliera. E questo è ciò che ha fatto”. Lo spiega l’assessore della Sanità,
Luigi Arru, alla luce delle preoccupazioni espresse oggi dal presidente dell’Anci,
Emiliano Deiana, per la riorganizzazione della rete chirurgica.
“Il documento che sarà prossimamente all’esame della Giunta - prosegue l'assessore - prende in considerazione le realtà esistenti nei diversi ospedali, le differenti complessità organizzative (presenza o meno della Rianimazione), i volumi di interventi che si attendono nelle varie strutture sul territorio. Come previsto nella riforma della Rete ospedaliera, gli ospedali di zona disagiata svolgeranno una attività di chirurgia programmata, in un contesto organizzativo che vedrà equipe circolanti nei diversi presidi di area omogenea”.
“Le patologie chirurgiche acute - conclude Arru -, che devono essere trattate in urgenza, potranno essere gestite anche negli ospedali di zona disagiata, a seconda della complessità e del rischio per il cittadino. Patologie che richiedono interventi con rischio anestesiologico alto saranno concentrati nei Dea di riferimento, in cui sono presenti tutte le specialità necessarie per garantire il buon esito dell’intervento. E questo in coerenza con i principi di sicurezza e qualità delle cure e nell’interesse dei cittadini sardi, ovunque essi vivano”.
28 settembre 2018
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