Aou di Sassari. Al via progetti su buone pratiche di igiene ospedaliera
Due i progetti sperimentali ideati per sensibilizzare gli operatori sanitari e migliorare la sicurezza in ospedale: “Lavaggio mani” e “Fare di più non significa fare meglio”. Nei reparti osservatori esterni per monitorare il lavaggio mani, l’indicazione di positività a microrganismi alert nelle lettere di dimissioni e trasferimenti del paziente, la sorveglianza della profilassi antibiotica perioperatoria e, infine, l’apertura delle porte in sala operatoria.
19 OTT - Promuovere comportamenti che possono avere una ricaduta positiva sull’intera attività svolta dagli operatori sanitari quindi aumentare la sicurezza di medici, infermieri e, soprattutto, dei pazienti. Sono i due progetti
“Save lives clean you hands – Lavaggio mani” e
“Fare di più non significa fare meglio – Scegliere saggiamente (Choosing wisely Italy)” che l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha avviato all’interno delle sue strutture.
I progetti puntano a promuovere l’utilizzo di buone pratiche che, a livello internazionale, sono considerate importanti nell’ambito dell’igiene ospedaliera.
Un’attività sperimentale che per tre mesi porterà nei reparti target osservatori esterni i quali, in affiancamento agli operatori di reparto e senza interferire con la loro attività, verificheranno e monitoreranno le procedure seguite dalle varie strutture. Una volta terminata la fase sperimentale, l’obiettivo è estendere i progetti a tutte le strutture dell’Aou.
A portare avanti i due studi sono le direzioni sanitaria e di presidio, il servizio di Igiene ospedaliera, il servizio di Risk management e il servizio delle Professioni sanitarie. A partecipare alla fase di sperimentazione sono le strutture di Rianimazione del Santissima Annunziata e di viale San Pietro, Pneumologia, Malattie infettive, Clinica medica, Ematologia, Neonatologia, Medicina d’urgenza, Centro ustioni, Lungodegenza. Quindi ancora Patologia chirurgica, Clinica ortopedica, Ginecologia e ostetricia e Oculistica.
L’obiettivo del progetto sul lavaggio mani è verificare l’adesione all’igiene delle mani di tutto il personale sanitario coinvolto nell’assistenza, così da accrescere la consapevolezza dei benefici che derivano in termini di riduzione delle infezioni correlate all’assistenza e delle antibiotico-resistenze. “In generale, l’adesione a questa pratica da parte degli operatori sanitari è ancora bassa – afferma in una nota
Ida Mura, responsabile dell’unità operativa complessa di Igiene e Medicina preventiva – nonostante da anni l’Organizzazione mondiale della sanità ponga grande attenzione alla tematica. Lavare poco o male le mani espone alla diffusione di microrganismi, questo proprio perché le mani sono il primo veicolo per la trasmissione degli agenti infettivi”.
“Da uno studio fatto in Emilia Romagna, al Policlinico di Modena nel periodo 2013-16, si è evidenziata un’adesione media degli operatori sanitari del 37 per cento. Dopo intervento di formazione e sensibilizzazione e azioni correlate, l’adesione media è salita al 75 per cento”, conclude Ida Mura.
Ecco perché anche a Sassari si è deciso di avviare un progetto che consentisse di aumentare la sicurezza del paziente, con l’utilizzo di strategie e comportamenti utili a garantire la cura e l’assistenza migliori.
Il progetto prevede la formazione degli osservatori quindi l’avvio della fase di osservazione che durerà sino a fine novembre e porterà a effettuare almeno 350 rilevazioni. Entro dicembre di quest’anno, infine, i dati saranno presentati alla direzione aziendale.
La campagna di sensibilizzazione alla corretta igiene delle mani prevede, inoltre, la diffusione di materiale informativo quindi il posizionamento di erogatori di soluzioni idroalcooliche utili per l’igiene delle mani.
Il secondo progetto, “Scegliere saggiamente (Choosing wisely)”, consentirà di monitorare ben tre situazioni: l’indicazione di positività a microrganismi alert nella lettera di dimissione o trasferimento del paziente; la sorveglianza della profilassi antibiotica perioperatoria e, infine, l’apertura delle porte in sala operatoria.
Nel primo caso gli osservatori esterni, in accordo con le strutture interessate, raccoglieranno dati su almeno 100 pazienti e verificheranno la corretta comunicazione della positività a microrganismi alert nel paziente in dimissione, o in trasferimento ad altra struttura. Si tratta, infatti, di informazioni utili ai sanitari, ai medici di famiglia e agli stessi familiari per l’adozione di opportune misure precauzionali di profilassi.
Nel secondo caso, poi, saranno esaminate almeno 50 cartelle cliniche per verificare il corretto momento e la durata della somministrazione dell’antibiotico nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico.
Nell’ultimo caso, gli osservatori raccoglieranno dati su almeno 30 interventi chirurgici, monitorando la frequenza di apertura delle porte in sala operatoria, nei soli casi necessari, così da ridurre al minimo il rischio di infezioni.
Per tutti e tre i casi, il periodo di osservazione è compreso tra ottobre e novembre 2017. A dicembre saranno comunicati i dati alla direzione strategica.
“I progetti, attraverso l’’adesione alle buone pratiche di igiene ospedaliera, rappresentano un elemento imprescindibile per poter garantire la salute del paziente e la sicurezza degli operatori con l’obiettivo di ridurre le infezioni correlate all’assistenza e contribuire al controllo dell’antibiotico-resistenza nelle strutture dell’Aou”, conclude la nota.
19 ottobre 2017
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