Aias su piede di guerra, 20 giugno tutti in piazza
L’Aias punta il dito contro la delibera di Giunta del 9 maggio 2017 che “taglia ulteriormente le prestazioni del 30%. Questo si traduce in un futuro incerto per l’assistenza ai nostri pazienti e nell’inevitabile e imminente licenziamento del 30% dei nostri lavoratori”.
15 GIU - “La situazione è diventata infatti così grave e paradossale da non poter più tergiversare. Serve ora combattere insieme”. Così la presidente dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias),
Anna Paola Randazzo, chiama a raccolta operatori e cittadini per protestare, il 20 giugno prossimo, davanti all’assessorato alla Salute, a Cagliari.
A centro della protesta la delibera n. 23/25 del 9 maggio 2017, con cui “la Giunta regionale ha deciso di tagliare ulteriormente le prestazioni del 30 per cento. Questo si traduce in un futuro incerto per l’assistenza ai nostri pazienti e nell’inevitabile e imminente licenziamento del trenta per cento dei nostri lavoratori”, afferma Randazzo in una nota. “Si tratta di un fatto gravissimo, che danneggia tutti voi prima di chiunque altro. Ed è l’ennesima dimostrazione che i Vertici della politica non tengono conto dei lavoratori e neanche del benessere dei nostri pazienti, dei quali in questo documento, ahimè, non c’è la minima traccia”.
Randazzo sostiene che “in tutto questo tempo” i vertici dell’Aias hanno “cercato di mandare avanti trattative e ipotetiche soluzioni con l’Assessore alla Sanità
Luigi Arru, ma, invece di migliorare, la situazione è incomprensibilmente precipitata. Sono circa 40 milioni di euro i debiti che la Regione ha con la nostra Associazione.E nonostante tutto, la stessa Regione continua a chiederci di recuperare gli stipendi arretrati quando è lei stessa la prima a non pagare i suoi debiti. Un gioco così assurdo che stento ancora a credere che sia vero. Come se non bastasse, nell’ordine del giorno n. 67 approvato dal Consiglio regionale l’11 aprile 2017 si legge, in sostanza, di controllare se esistano norme o clausole da inserire nei contratti che consentano di revocare gli accreditamenti all’Aias, qualora non siano stati salvaguardati gli stipendi dei lavoratori. Gli stessi stipendi che la Regione non ci permette di pagare. Siamo dentro il teatro dell’assurdo. Ci vogliono punire per le loro gravi mancanze”.
La presidente dell’Aias sostiene poi che “considerato il chiasso politico attorno all’Aias scatenato in quest’ultimo periodo, lo stesso Banco di Sardegna ha deciso di non fornirci più il suo supporto economico finché tutto non sarà più chiaro e definito. Quel supporto che ci permetteva di sopperire ai ritardi e alle mancanze della Regione. Ma ora, con questa ulteriore decisione, si vuole danneggiare gravemente l’Aias, nonostante questa Associazione sia nata come opera d’amore, segua 3500 pazienti e occupi 1300 lavoratori. Evidentemente non basta tutto questo, affinché venga tutelata, o almeno le venga consentito di portare avanti la sua missione che dura da cinquant’anni”. “Per questo – conclude Randazzo - vi chiediamo di essere al nostro fianco nella manifestazione che si terrà il 20 giugno”.
15 giugno 2017
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