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In Sardegna liste di attesa troppo lunghe e la Regione decide di sospendere l’intramoenia

di Elisabetta Caredda

Obiettivo è ripristinare il congruo rapporto tra i volumi dell'attività ordinaria e quella libero professionale, al fine di contenere i tempi d’attesa delle visite e assicurare al cittadino le prestazioni all’interno dei tempi massimi regionali previsti per l'attività ordinaria. Nieddu: “Abbiamo richiesto alle aziende i flussi legati alle prestazioni intramurarie e siamo in attesa di ricevere i dati definitivi. Il provvedimento non si applica alle visite già prenotate. I cup aziendali, su determinate prestazioni ‘fuori tempo’, non potranno dirottare il paziente verso l’intramoenia”.

08 LUG - Urge recuperare le liste di attesa in Sardegna. Diverse le visite ed esami diagnostici per i quali i pazienti non riescono più a trovare un appuntamento in tempistiche congrue e ragionevoli, od in strutture sanitarie site entro il perimetro di provincia a cui fa capo la loro residenza, più collegate quindi facili da raggiungere. Motivazioni che spingono l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, a sospende eccezionalmente, e soltanto provvisoriamente, le prestazioni eseguite in regime di intramoenia dagli specialisti nei presidi sanitari pubblici dell’Isola. 

Obiettivo è ‘contenere i tempi d’attesa delle visite e assicurare al cittadino le prestazioni all’interno dei tempi massimi regionali previsti per l'attività ordinaria’. A tal proposito l’esponente di Giunta spiega: “Abbiamo richiesto alle aziende i flussi legati alle prestazioni intramurarie e siamo in attesa di ricevere i dati definitivi. Il provvedimento non si applica alle visite già prenotate. Abbiamo però riscontrato, su alcune prestazioni, il superamento dei limiti regionali con attese di oltre un anno o addirittura senza certezza sui tempi di erogazione. Lo stop all'attività in intramoenia quindi, secondo le indicazioni che abbiamo dato a tutte le aziende sanitarie, viene applicato là dove non sia rispettato il rapporto tra i volumi dell'attività ordinaria e quella libero professionale all'interno delle strutture pubbliche o addirittura nel caso in cui l'attività in intramoenia superi quella convenzionale in termini di numero di prestazioni, così come previsto dall'attuale normativa".

“Ed ecco – prosegue l’assessore -, che ho richiesto per iscritto a ogni azienda sanitaria di provvedere a sospendere, fino al ripristino di una tempistica conforme, l’intramoenia per tutte quelle prestazioni che stanno sforando i tempi di attesa. In tutti questi casi ristabilire il giusto rapporto significa aumentare il volume dell'attività ordinaria con il conseguente taglio delle liste d'attesa. Perché se è vero che l'attività in intramoenia viene svolta al di fuori degli orari in cui si esegue l'attività istituzionale è anche vero che si verificano casi in cui i professionisti, a fronte di pochissime prestazioni rese nell'orario di lavoro, accumulano un elevato volume di prestazioni intramoenia e questo è inaccettabile e non è contemplato dalla normativa vigente”.

“Peraltro - rileva ancora Nieddu - è responsabilità delle aziende sanitarie garantire il rispetto degli equilibri previsti dalla legge e l’attuazione dei piani d’abbattimento delle liste d’attesa. Niente impedisce alle aziende sanitarie di aumentare  il volume di visite, esami ed interventi in regime ordinario attraverso lo strumento delle prestazioni aggiuntive. Riportare in equilibrio i due regimi d'attività, condizione necessaria per lo svolgimento dell'attività in intramoenia, comporta giocoforza un abbattimento dei tempi per le prestazioni ordinarie. Nel processo saranno quindi coinvolti i cup aziendali che, su determinate prestazioni ‘fuori tempo’, non potranno dirottare il paziente verso l’intramoenia”.

“È chiaro – evidenzia l’esponente di Giunta – che provvederemo a monitorare l’andamento degli interventi previsti da questo provvedimento, garantendo nel caso le necessarie indicazioni per ridurre le criticità e rispondere in modo sempre più puntuale ai bisogni dei cittadini e ridurre le disuguaglianze territoriali. Una volta ripristinati i corretti volumi delle due prestazioni (istituzionale e intramoenia), la sospensione sarà immediatamente revocata”. 

L’assessore conclude puntualizzando: “Lo strumento dell'attività libero professionale all'interno delle strutture pubbliche nasce con lo scopo di consentire ai pazienti la scelta del medico curante, cosa che in sanità pubblica non può essere sempre garantita. In alcun modo pertanto lo stop all'attività intramuraria aumenta le liste di attesa, come può aver pensato qualcuno, perché l’intramoenia in alcun modo può o deve essere considerata una stampella all'attività ordinaria se si vuole garantire un accesso all'assistenza equo secondo i principi che animano la sanità pubblica”.

Elisabetta Caredda

08 luglio 2022
© Riproduzione riservata

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