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Cure termali: nuovo accordo per l'erogazione delle prestazioni con maggiori risparmi, più controlli e innalzamento della qualità


Via libera in Stato-Regioni all'accordo 2019-2021. Tra le prevsioni, la revisione dei Lea relativi alle cure termali, tariffe senza aumenti, ricerca scientifica, clicli ulteriori di cure per le categorie protette, ricette dematerializzate e la nascita della figura dell'operatore termale. L'ACCORDO.

20 OTT - Via in Stato-Regioni all'Accordo nazionale per l'erogazione delle prestazioni termali per il triennio 2019 – 2021. Prima di tutto la revisione dei Lea. L’accordo prevede che Regioni e Federterme rivedano l'elenco di prestazioni termali da sottoporre alla Commissione Nazionale per l'aggiornamento dei Lea con l’obiettivo di sviluppare le potenzialità del termalismo sia in termini di prevenzione, cura e riabilitazione, che in termini di idoneità a realizzare nuovi modelli di assistenza capaci anche di contenimento delle spesa sanitaria, facendo riferimento ai Protocolli innovativi in fase di avanzata definizione da parte dell’Inps secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità 2016.

I nuovi percorsi sarebbero adottati come sperimentazione gestionale per verificarne il livello di efficacia  rispetto alle altre prestazioni erogate in regime ordinario.

Per quanto riguarda gli aspetti economici, Federterme si impegna a non incrementare le tariffe termali scadute il 31 dicembre 2018, che rimangono quindi valide ed efficaci, fino a quando saranno sostituite da un nuovo accordo.

Le Regioni si impegnano, nel fissare i tetti di spesa, a tenere conto di quelle realtà nelle quali esistono situazioni di difficoltà aziendale con “concrete prospettive di miglioramento”.

Spazio anche alla ricerca scientifica. Anche per il triennio 2019-2021, il finanziamento della Fondazione per la ricerca scientifica termale (FoRST), è fissato nello 0,4% del fatturato annuo al lordo dei ticket che le aziende termali accreditate che sostengono la Fondazione, hanno realizzato per le prestazioni termali erogate con oneri a carico del Ssn.

Sono confermati anche i livelli tariffari differenziati (Tabelle "con adesione" e "senza adesione") definiti sulla base della partecipazione o meno al finanziamento della Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale.

Si fa largo anche la possibilità di una “ricetta dematerializzata” per le cure termali e per quanto riguarda le “categorie protette”, potranno usufruire di un secondo ciclo di cure in base all’invalidità. In questo senso Federterme segnala l'esigenza di risolvere la disparità di trattamento per cui non è riconosciuta l'esenzione per questo secondo ciclo di cure assieme alla necessità di prevedere un univoco codice nazionale di esenzione per questa nuova platea di aventi diritto e ministero e Regioni si impegnano a favorire l'adozione di una norma di interpretazione autentica/adeguamento per eliminare l'incongruità.

Impegno anche a rivedere i criteri di autorizzazione/accreditamento per semplificarli e per innalzare gli standard qualitativi.
Sarà poi definita la figura professionale dell'operatore termale e per farlo si insedierà un gruppo di lavoro congiunto ministero della Salute, Regioni, Federterme, per la redazione di una bozza tecnica.

Da regolamentare anche i requisiti igienico-sanitari delle piscine termali e anche per questo i criteri li definirà un gruppo ristretto di esperti designati dalle Regioni, dalla Salute e da Federterme incaricato di definire i possibili contorni tecnici di una disciplina che dovrà essere individuata anche in base alla diversificazione delle problematiche e delle discipline esistenti a livello locale in base alle peculiarità delle singole acque e alle esperienze effettuate in alcune Regioni.
 


 

20 ottobre 2019
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