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Carenza medici. L’Università di Padova aumenta del 20% il numero di studenti di Medicina ammessi al primo anno

di Endrius Salvalaggio

L’obiettivo, esposto dal Rettore in occasione dell’apertura dell’Anno accademico, viene subito recepito dal presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Padova, Mario Plebani: “Un'idea che ci permetterà di aumentare l’offerta dei medici in rapporto alle nostre potenzialità, senza sacrificare la qualità della formazione”.

04 MAR - L’Università di Padova, come esposto dal Magnifico Rettore in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico e successivamente in un’audizione alla Camera, si è posta l’obiettivo strategico di un aumento del 20% del numero di studenti di Medicina ammessi al primo anno.
 
La Scuola di Medicina e Chirurgia della stessa Università ha immediatamente recepito l’indicazione del Rettore. “Un’idea che nasce sia dall’esigenza di un fabbisogno di medici, sia dall’ipotesi del superamento del numero chiuso - fa sapere il Prof. Mario Plebani, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Padova - che ci permetterà di aumentare l’offerta dei medici in rapporto alle nostre potenzialità, senza sacrificare la qualità della formazione”.
 
Uno sforzo questo che non potrà senz’altro bastare, ma che mira a cambiare il bacino di offerta. Infatti, spiega il Prof. Plebani, “Già da quest’anno verrà attivato un corso in Medicina e Chirurgia in lingua veicolare (ossia in inglese), e questa iniziativa porterà 60 posti in più che l’Università potrà formare”.
 
Deve essere chiaro che queste iniziative sono un punto di partenza, che deve prevedere a sua volta un aumento da parte dei Ministeri competenti e delle Regioni, di borse per gli specializzandi. “Se questo aumento del numero di studenti da parte delle università non fosse accompagnato da un aumento di sbocchi formativi - ha cura di precisare il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia - non avremmo mai la possibilità di risolvere il problema della carenza di specialisti.
 
Già oggi non abbiamo pediatri, medici d’urgenza, anestesisti e molti altri professionisti. Lo sforzo deve essere congiunto fra Università-Ministero-Regione, riassettando tutto il sistema rispetto alle necessità attuali e dei prossimi anni. Dire che la carenza di medici è dovuta alle Università è sbagliato. Gli atenei formano ogni anno oltre 10.000 medici e le borse di studio per specializzarsi sono solo 6400. Questo sta a significare che oltre 3000 medici ogni anno non hanno sbocchi immediati nel Sistema sanitario italiano”. 
 
Il Bo è un ateneo con numerose collaborazioni e partnership straniere, uno fra i primi 5 per scambi Erasmus e conta circa complessivamente 60.000 studenti dei quali quasi 1.900 in Medicina e Chirurgia.
 
di Endrius Salvalaggio

04 marzo 2019
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