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Caldoro: "No alle Regioni mini-stato". E in sanità? "Rendiamo autonomi gli ospedali e rinunciamo ai poteri di gestione"


Intervista shock a il Giornale del presidente della Campania. "Le Regioni dovrebbero avere come compito principale quello della programmazione e pianificazione. Non certo quello della gestione di risorse”. Sarebbe bene tornare allo spirtio della Cosituzione. Invece di gestirli "dovrebbero controllare che i servizi funzionino".

02 DIC - Le Regioni? “Sono un lusso che non possiamo permetterci”. Parole del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che in un’intervista a il Giornale apparsa ieri non si lascia andare a troppi giri di parole: “La Costituzione non voleva farne dei mini-Stati. E invece questo sono diventate col tempo le Regioni. E spesso le funzioni si raddoppiano perché lo Stato mantiene molte delle prerogative amministrative anche nei settori gestiti dalle Regioni, con conseguente spreco di risorse”. Per questo il governatore propone un modello diverso. Le Regioni “dovrebbero avere come compito principale quello della programmazione e pianificazione. Non certo quello della gestione di risorse”.
 
Secondo Caldoro “dovrebbero controllare che i servizi vengano erogati correttamente. E laddove ciò non accada legiferare e suggerire allo Stato modifiche di gestione”.
E sulla sanità? Il governatore lancia la proposta: “Ora ci sono 20 servizi sanitari. Con differenze e discriminazioni inaccettabili dal punto di vista del principio. Lì basterebbe rendere autonomi gli ospedali. Con propri bilanci. Già questo migliorerebbe molto le cose”.
 
Il governatore, a margine di un’inaugurazione della Pet Tasc dell’Ospedale Moscati si è poi scagliato contro il blocco del turn over: “Ho chiesto al ministro della Salute lo sblocco di almeno il 50 per cento che in Campania significherebbe 1.500 nuovi ingressi, e sarebbero ancora pochi. Abbiamo sostenuto una battaglia durissima, forte e decisa nei confronti del governo che ha consentito, attraverso l’azione dei parlamentari della Campania, di sbloccare almeno il 15 per cento e arrivare, dopo otto mesi, a rendere possibile l’assunzione di 250 unità tra medici e paramedici. Il governo dovrebbe comprendere, come ho già detto al ministro Lorenzin, che almeno per un anno si rende necessario lo sblocco totale del cento per cento, per dare risposte alla domanda di salute e cura che le aziende ospedaliere e la medicina sul territorio oggi non riescono a soddisfare compiutamente. Ritengo un gravissimo errore non cambiare i meccanismi, anche abbastanza farraginosi, che consentono di derogare al turn over nelle regioni sottoposte a piano di rientro. In Campania, l’organico ospedaliero è sottostimato per almeno settemila unità: purtroppo, le Regioni possono fare poco, a decidere è il Parlamento”.

02 dicembre 2013
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