Lazio. Allarme della Uil sui tempi d'attesa nella Asl Roma E
In base a un'indagine effettuata dal sindacato e aggiornata allo scorso 6 aprile, molti esami non sono neanche disponibili a causa di liste chiuse o perchè oltre i 365 giorni. Per un'ecografia addome completo si attendono oltre 210 giorni. per una mammografia 120.
08 APR - I tempi di attesa nella Asl Roma E “riportano una situazione drammatica”. E’ l’allarme lanciato dalla Uil Fpl di Roma, sulla base dei dati in loro possesso “aggiornati al 6 aprile”.
Secondo i riscontri sindacali, se un cittadino dovesse effettuare una risonanza magnetica del cervello e del tronco encefalitico, oppure una Rmn della colonna lombosacrale, cervicale o dorsale, si dovrebbe rivolgere ad altre Asl perché “in quella di Roma E non è possibile prenotarla, a causa di liste chiuse oppure perché piene oppure perché sono oltre i 365 giorni”. Non risultano, inoltre, disponibilità anche per una Rmn spalla e braccio o per una Rmn gamba. Altro esame molto richiesto, ma non effettuabile presso la Asl Roma E, è l’ecografia a capo e collo. Stesso discorso si applica all’ecografia cardiaca e all’ecocolordoppler cardiaco a riposo o dopo sforzo.
“Per una ecografia addome completo occorre attendere – denuncia l’indagine Uil - 210 giorni presso il San Zaccaria Papa, presso Via Offanengo, presso l’Oftalmico, in Via Boccea 625, a Palazzo di Giustizia. Addirittura nessuna disponibilità all’Ospedale Santo Spirito”. Per un Ecg con cicloergometro risulta un’attesa di 210 giorni presso l’Ospedale Santo Spirito, mentre per una mammografia bilaterale occorre attendere circa 120 giorni presso l’Oftalmico, circa 150 presso il Santo Spirito e 210 presso Santa Maria della Pietà.
“E’ inammissibile che una Asl come quella della Roma E – tuona
Paolo Dominici, segretario organizzativo della Uil Fpl di Roma - assolutamente strategica per la città, che copre una popolazione residente di circa 530.000 abitanti, più delle regioni Val d’Aosta e Molise messe insieme, offra questi servizi ai cittadini”. E’ proprio per questo che “la Regione Lazio dovrebbe intervenire quanto prima per commissariare una Asl come quella della Roma E, gestita da un direttore generale che dovrebbe maggiormente preoccuparsi di rendere efficace l'assistenza ai malati piuttosto che – conclude Dominici - utilizzare le sue energie in una guerra intestina senza esclusione di colpi”.
08 aprile 2013
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