Lazio. Il Gemelli si rinnova per far fronte alla crisi migliorando i servizi
Prevista dal Piano Strategico 2012-2016, la nuova organizzazione del Policlinico Gemelli si articolerà su cinque macroaree assistenziali: Oncologia, Emergenza, Donna, Malattie Cardiovascolari, Neuroscienze. Sarà richiesta la trasformazione in Irccs.
11 FEB - Il Policlinico A. Gemelli sta cambiando volto, non un’operazione di maquillage, ma un rinnovamento profondo che trasformerà il Policlinico in Poli-Clinics. Il processo è già in corso con l’obiettivo di riorganizzare l’offerta per macroaree assistenziali che sono il Polo Oncologico, il Polo Emergenza, il Polo Donna, il Polo Cardiovascolare, il Polo Neuroscienze. Queste macroaree, che fanno capo ciascuna a più Dipartimenti, tracciano la direzione dei percorsi clinico- assistenziali lungo i quali il paziente viene guidato dalla diagnosi alla riabilitazione, seguendo passo dopo passo il suo percorso di cura, allineando i comportamenti assistenziali ai migliori standard di qualità. Ciò significa che l’attività di ricovero si articolerà in tre grandi fasi: quella del pre-ricovero, con individuazione dei bisogni del paziente e quindi del percorso clinico in cui sarà inserito (ad esempio percorso del paziente con tumore al polmone, percorso del paziente affetto da scompenso cardiaco ecc.), quella del trattamento e quella della dimissione con garanzia di continuità assistenziale post-ricovero.
Il nuovo profilo del Policlinico Gemelli è stato tracciato oggi nel corso del Convegno “L’Hospitalitas al Malato del XXI secolo”, un incontro con gli esperti in ambito sanitario per fare il punto sulle migliori esperienze e sui migliori modelli assistenziali in campo nazionale e internazionale.
Uno degli strumenti previsti dal Piano Strategico è la realizzazione del «Gemelli» Clinical Trial Center, che rappresenterebbe un’esperienza unica e innovativa, capace di incrementare la capacità di attrazione nei confronti della ricerca clinica sponsorizzata (il Gemelli è già la prima struttura in Italia per sperimentazioni cliniche no-profit).
Sarà, infine, avanzata la richiesta del Policlinico Gemelli come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) focalizzato sulla ricerca e l’assistenza centrata sul paziente in oncologia, ponendo l’attenzione sulla formazione del personale, sulla comunicazione interna ed esterna, sull’interazione con il territorio, sull’ospitalità-umanizzazione dell’assistenza, sulla ricerca, sulla costruzione e gestione di percorsi clinico-assistenziali, sull’applicazione di tecniche e metodiche di management nella gestione dell’assistenza.
“A circa 50 anni dalla sua fondazione, il Gemelli raccoglie le sfide per sostenere il presente e governare il futuro della sanità e si rinnova con l’obiettivo di “rispondere alle trasformazioni epidemiologiche, economiche e sociali dei nostri tempi, di adeguarsi ai cambiamenti dei bisogni di salute, delle aspettative e dei comportamenti dei cittadini, di modificare le reti assistenziali formali e informali”, ha spiegato il direttore del Policlinico, Maurizio Guizzardi. Ma il nuovo Gemelli offrirà anche una risposta alla pressione costante sui temi dell’appropriatezza e dell’economicità dei trattamenti.
“Il Piano strategico – ha però voluto precisare Guizzardi - non nasce solo dall’esigenza di migliorare l’efficienza e l’appropriatezza del nostro ospedale, anche se abbiamo l’obbligo di migliorare il nostro conto economico, l’efficienza globale e quella operativa. A tal proposito – ha aggiunto il Direttore del Policlinico - ho chiesto ai ricercatori dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confrontare il Gemelli con 7 aziende ospedaliere del Lazio (comprendendo anche i Policlinici universitari) e altre 3 aziende ospedaliere di rilevanza nazionale che operano a un livello di complessità medio-alto”.
I dati – in via di definitiva elaborazione - rivelano che nel 2010 (l’anno più recente di cui i ricercatori dispongono di dati raffrontabili) il Policlinico Gemelli è stato il primo ospedale per numero di dimessi (104.205, primato confermato anche dal dato del 2012, che fa registrare 96.899 pazienti dimessi) e per percentuale di pazienti provenienti da fuori Regione Lazio (il cosiddetto “indice di attrazione” pari a 17,9%).
Secondo i dati presentati oggi, inoltre, il Gemelli sarebbe uno degli ospedali con la migliore efficienza operativa: il costo di produzione interna per paziente dimesso è il più basso tra quelli nel campione. Nel Lazio, in particolare, un paziente trattato al Gemelli nel 2010 costava in media al Servizio Sanitario Regionale 6.118 euro. Se lo stesso paziente fosse stato trattato nell’ospedale più costoso del Lazio, la spesa per la Regione sarebbe cresciuta fino a 12.119 euro.
Anche il costo dei beni e servizi per il singolo paziente dimesso (2.135 euro) risulta al Gemelli la metà (4.422 euro) o un terzo (6.435 euro) di quello di strutture omologhe per profilo assistenziale nel Lazio.
Infine, il Policlinico Gemelli ha un costo per posto letto attivato di 337.000 euro che, ha commentato Guizzardi, “ è allineato agli standard nazionali del campione, ma è molto più basso dei costi delle strutture ospedaliere regionali con cui ci confrontiamo”.
Ecco alcuni dettagli sulla nuova articolazione delle prestazioni al Gemelli.
Percorsi di cura e migliore accesso alle prestazioni
La realizzazione di percorsi di cura ad hoc per le diverse patologie complesse potrà offrire al paziente un’assistenza di migliore qualità e più umana, facendolo sentire accolto e sempre guidato in ogni fase del percorso - condizione quest’ultima alla base del buon esito stesso delle prestazioni erogate, soprattutto quando il paziente è anziano e trova difficoltà a orientarsi tra i tanti appuntamenti, visite, esami, controlli. I percorsi, assicurando una standardizzazione delle procedure assistenziali erogate, porteranno in concreto a un miglioramento dell’esito stesso delle cure. Inoltre, i percorsi potranno garantire un’assistenza multidisciplinare che tiene conto di ogni aspetto della patologia del paziente. E poi, l’individuazione e la realizzazione dei percorsi di diagnosi e cura è un ottimo mezzo per razionalizzare le risorse e ottimizzarne l’uso.
Ancora, sempre con gli occhi rivolti al paziente, il Gemelli vuole generare tutte le condizioni necessarie a garantire ai cittadini l’accesso tempestivo, appropriato e personalizzato ai servizi, integrandosi con le azioni regionali e territoriali di miglioramento dell’appropriatezza e di tempestività delle cure, migliorando la “presa in carico” della persona, attraverso una relazione integrata e una comunicazione costante.
L’impegno è innanzitutto quello di eliminare alcune barriere e criticità che riguardano l’accesso ai servizi, quindi di ridurre le attese in Pronto Soccorso, nei luoghi di prenotazione delle prestazioni e nelle aree antistanti gli ambulatori; di snellire gli aspetti amministrativi e burocratici nelle fasi di prenotazione, di pagamento dei ticket o delle prestazioni erogate in libera professione e di ritiro dei referti; di agevolare il paziente che necessiti di informazioni a sostegno dei percorsi assistenziali e di ridurre la frammentazione logistica dei differenti punti di erogazione anche per uno stesso problema di salute, orientando progressivamente anche in questo la “polarizzazione” del Policlinico.
Il volto internazionale del nuovo Policlinico
Il nuovo Gemelli, inoltre, si conferma come centro di eccellenza nazionale e internazionale e come tale è impegnato ad adottare nuove strategie per aumentare l’attrattività su patologie a elevata complessità sia a livello extraregionale, sia a livello internazionale, aprendosi alle opportunità offerte dai processi di globalizzazione che interessano oramai l’intero pianeta. “A tale scopo prevediamo alleanze con centri di eccellenza pubblici/privati nazionali nel settore dell’assistenza, oltre che della ricerca e della formazione e la partecipazione a network internazionali tra strutture di eccellenza, per la valutazione comparata di esiti e lo scambio di buone pratiche clinche. Un’applicazione potrà riguardare, ad esempio, un incremento dell’attrazione dei pazienti dall’Europa, in vista dell’attuazione della Direttiva 24/2011 che introduce la libera circolazione dei cittadini nell’Unione Europea, se il proprio Paese non riesce a garantire loro cure tempestive e adeguate”, dichiara il Prof. Marco Elefanti, Direttore Amministrativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Un locus amoenus
Il nuovo Policlinico dovrà diventare un “locus amoenus” dove la cura è possibile non solo grazie ai più innovativi strumenti tecnologici, ma soprattutto applicando un concetto semplice ma molte volte dimenticato: curare il paziente, curare l'uomo, curare lo spirito, secondo quella che era l’idea originaria di Padre Agostino Gemelli e che rimane uno dei temi centrali della XXI Giornata Mondiale del Malato, che oggi si celebra.
“Fulcro e culmine di questo processo è, infatti, il paziente, secondo la visione che cinque decadi fa dette origine a questa innovativa struttura sanitaria monoblocco, che ha mutato anche la toponomastica della città di Roma, divenendo luogo di scienza e di cura al servizio della persona - commenta il Prof. Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica -. Occorre allineare e cogliere le opportunità di ricerca, formazione e assistenza di ottima qualità: una sfida ambiziosa, cui la nostra Facoltà, insieme al Policlinico, è pronta a rispondere da subito”.
11 febbraio 2013
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