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Piemonte. Cota: "Da noi vera politica delle riforme. Sanità compresa"


Nel suo discorso di fine anno il governatore ha passato in rassegna le azioni intraprese dal suo Governo regionale, rivendicando l'avvio di "riforme strutturali importanti come quella della sanità". Cota ha poi denunciato la mancanza di un vero sistema federale: "Sul territorio solo il 37% delle entrate tributarie".

28 DIC - "Che non stiamo facendo ordinaria amministrazione, ma politiche di riforme strutturali, penso che tutti debbano darcene atto. Siamo il primo governo regionale che ha varato una vera politica delle riforme". Così il presidente della Regione, Roberto Cota, ha commentato i primi due anni e nove mesi del suo mandato nel consueto bilancio di fine anno. "Abbiamo fatto - ha detto - e stiamo facendo riforme importanti, a cominciare da quella della sanità, pur dovendo fare fronte alla situazione debitoria che ci siamo ritrovati e dovendo subire una fortissima riduzione dei trasferimenti dallo Stato".

"Non abbiamo un sistema federale - ha aggiunto Cota - e se Roma continua ad aumentare le tasse tutto si rifletterà sul sistema delle imprese e, a cascata, sull'occupazione e sulle famiglie". Il governatore ha poi annunciato che non correrà alle Politiche di febbraio, "sono stato eletto per fare il governatore, darò il mio contributo nella campagna elettorale, ma la mia azione è quella di guida del Governo regionale". Cota ha poi passato in rassegna le azioni intraprese nel 2012, dalla spending review regionale alle risorse per la cassa integrazione in deroga, i fondi per le scuole del Piemonte alla riforma degli enti locali, il patto di stabilità 'regionalizzato', e, tra gli altri provvedimenti, ''l'operazione-verita' sui conti della sanita''', il sostegno all'Euroregione alpina.
 
"Siamo riusciti a fare tante cose senza usare la leva fiscale, mentre il governo di Roma ha continuato a fare crescere la pressione delle tasse - ha sottolineato Cota - ma nel 2013 si deve assolutamente riequilibrare il rapporto con lo Stato centrale. L'idea che al Piemonte resti il 75% delle entrate tributarie, anzichè il 37% attuale, è concreta e tutt'altro che peregrina. Ci consentirebbe - ha concluso - di raddoppiare le risorse a disposizione, passando da 15 a 30 miliardi di euro ed in questo modo potremmo intervenire su tutti i settori nevralgici''. 

28 dicembre 2012
© Riproduzione riservata

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