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Carenza personale. Sindacati su Piano regione Veneto: “Nessun confronto e qualche dubbio”   

di Endrius Salvalaggio

A distanza di oltre un mese dall’approvazione della DGR nr 960 non c’è stata ancora nessuna convocazione con le parti sociali. Silvestrini (Nursing Up): “E' ora che la Regione si renda conto che prima di scrivere un piano così importante e ad ampio raggio, c’era bisogno di un confronto punto su punto”. De Rossi (Cisl Venezia): “I soldi non sempre sono la soluzione di tutto e la Regione ne deve tenere conto”

23 SET - La Regione del Veneto, cerca di dare una risposta efficace al problema della carenza di personale sociosanitario regionale. approvando nel mese di agosto un piano specifico e strategico che prevedrà di rendere il Veneto più attrattivo, considerato che l carenza dei soli medici dichiarati dalla regione sono 3500. Un progetto per incentivare le professioni in aree disagiate e incrementare i fondi perequativi di 150 milioni di euro nel triennio 2024-2026 a sostegno del personale. Queste le novità maggiori del piano-

Ciò che ha spinto di scrivere nero su bianco attraverso la DGR nr 960, due giorni prima di Ferragosto è ciò che si prevede, dati regionali alla mano, e spiegati dall’assessore Manuela Lanzarin a mezzo stampa è “una previsione di un numero molto elevato di uscite dal servizio sanitario per quiescenza e dimissioni precoci dal lavoro e l’aumento di richiesta di prestazioni sanitarie legato al progressivo invecchiamento della popolazione, all’aumento delle patologie croniche”.

Da un punto di vista sindacale “questo piano soffre innanzitutto di una mancata interlocuzione con i rappresentanti dei lavoratori. Com’è possibile che un piano così prezioso ed importante nella sua finalità – sostiene il dirigente regionale Nursing Up, Guerrino Silvestrini – non si sia scelto di interloquire con le parti sindacali prima di scrivere la delibera. È ora che la Regione si renda conto che prima di scrivere un piano che coinvolge tutte le forze di lavoro nella sanità c’era bisogno di un confronto punto su punto”.

Sempre per il dirigente regionale Nursing Up, si tratta di un piano comunque tardivo considerato che molti colleghi sono già passati dal pubblico al privato lasciando una voragine negli ospedali e nei distretti, mentre per molti anni la Regione non ha tenuto conto di ciò che le O.o.S.s hanno evidenziato e suggerito.

In merito al fondo da 150 milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione Veneto, anche Dario De Rossi, Cisl Venezia, dichiara che senza dubbio “si tratta di un passo avanti per evitare la fuga di personale sanitario, ricordando però che non è solo e sempre una questione di soldi. Infatti, come abbiamo già visto nel periodo post Covid, nonostante gli incentivi fino anche a 100 euro all’ora per il recupero delle liste d’attesa, dopo soli pochi mesi il personale sanitario si rifiutava di fare ore supplementari, considerato la mole di lavoro accumulata”.

“Chi intraprende questi percorsi di carriera nell’ambito sanitario, è ben consapevole del fatto che si lavora nell’arco delle intere 24 ore giornaliere e 365 giorni l’anno e, quindi, si opera nei festivi e notturni ma il turno predisposto a inizio mese, già dopo pochi giorni è modificato per mancanza di sostituti. E non essendoci personale a disposizione, i dipendenti non riescono a programmarsi nemmeno una seduta dal dentista, piuttosto che mezza giornata coni propri famigliari”. Conclude Dario De Rossi della Segreteria della Cisl Venezia.

Endrius Salvalaggio

23 settembre 2024
© Riproduzione riservata

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