Lombardia. Formigoni su decreto Balduzzi: “È un passo indietro”
Per il governatore lombardo il provvedimento è sbagliato sia dal punto di vista del metodo sia nel merito, caratterizzandosi per una “estrema invasività nelle competenze regionali che la rendono passibile di incostituzionalità”. Anche l’assessore Melazzini ha ribadito il suo: “No a letture centraliste”.
12 NOV - "Un vero e proprio passo indietro rispetto alla situazione attuale". Così il presidente della Regione,
Roberto Formigoni, ha definito il decreto Balduzzi da poco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Per il governatore il provvedimento del Governo "è sbagliato sia dal punto di vista del metodo sia nel merito". Dal punto di vista del metodo, infatti, il documento "si caratterizza per una estrema invasività nelle competenze regionali, sancite dall'articolo 116 della Costituzione, che lo rendono passibile di incostituzionalità". Nel merito ci sono una serie di prescrizioni “molto vincolanti” e "basate su presupposti erronei derivanti da una lettura centralista e non adeguata né rispetto alla specificità di situazioni e contesti molto difformi tra loro, né relativamente al puntiglioso lavoro di calibrazione e perfezionamento che Regioni efficienti e ben amministrate come la nostra stanno portando avanti nei propri Sistemi Sanitari da molti anni".
Diverse le criticità presenti nel decreto. Il presidente Formigoni ha citato, in particolare, la riforma delle cure primarie che prevede ambulatori attivi 24 ore, senza che tuttavia vengano previste risorse statali aggiuntive per finanziarli. Altra criticità riguarda le previsioni sul rischio clinico e la responsabilità professionale dei medici che rischiano di incrementare il ricorso alla medicina difensiva, con conseguente crescita di inappropriatezza e di costi per il sistema. La terza criticità è relativa alla normativa sull'esercizio dell'intramoenia esclusivamente all'interno delle aziende ospedaliere, "posizione su cui da tempo - ha detto il governatore - siamo contrari in quanto di difficile attuazione organizzativa oltre che eccessivamente vincolante nei confronti della autonomia e professionalità del personale medico". La quarta criticità verte sulle prescrizioni relative all'edilizia sanitaria, "che non prevedono risorse aggiuntive".
Negativo, dunque, il giudizio sul decreto del Governo da parte della Lombardia. Per questa ragione la Regione porterà questa posizione in Conferenza Stato Regioni e "lavorerà perché i contenuti del provvedimento vengano profondamente modificati". Il decreto, tuttavia, cade in un contesto di estrema difficoltà e incertezza sul fronte dei provvedimenti nazionali. È il caso del decreto sul riordino della rete ospedaliera. A questo si aggiunge quella che Formigoni definisce "una vera e propria emergenza finanziaria": le risorse disponibili sul Fondo sanitario nazionale sono in diminuzione per la spending review sul 2012 e sugli anni successivi e che il disegno di legge di stabilità "introduce ulteriori tagli a partire dal 2013". Il Patto della salute 2012-2014 infine, scaduto da quasi un anno, non è stato ancora rinnovato. "Non si possono dare gli stessi servizi con questi continui tagli - ha concluso Formigoni - le continue riduzioni di bilancio possono mettere in grande difficoltà anche la Lombardia, unica grande Regione in pareggio di bilancio da molti anni e con servizi sanitari di assoluta eccellenza".
Giudizio negativo anche da parte dell'assessore alla Sanità,
Mario Melazzini: "Il decreto legge Balduzzi si caratterizza per una lettura centralista certamente non adeguata, che denota una non conoscenza del sistema nelle varie Regioni e non tiene conto delle specificità territoriali. Auspico che politica, tecnica e professionisti agiscano in modo sempre più strutturale e integrato – ha concluso - solo nel confronto reciproco, infatti, si possono individuare soluzioni condivise e concrete a beneficio della crescita del sistema e della valorizzazione delle migliori eccellenze regionali, tra cui senza dubbio spicca quella lombarda".
12 novembre 2012
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