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In Toscana “va in pensione” il certificato medico per rientrare a scuola


Non dovrà essere presentato neanche dopo cinque giorni di assenza. È stata accolta ed approvata all'unanimità dal Consiglio regionale la proposta di legge della Giunta presentata dall’assessore alla sanità Bezzini: “In questo modo semplifichiamo la vita alle famiglie e ci sarà meno burocrazia”. Ma Mmg e Pls continueranno a segnalare le malattie diffusive e pericolose

21 FEB -

Per tornare a scuola dopo una malattia in Toscana gli studenti non dovranno più presentare il certificato medico: neppure dopo cinque giorni di assenza, com’è adesso. La proposta, presentata dall’assessore alla sanità Simone Bezzini, era stata licenziata dalla giunta a fine dicembre 2022.

“Esprimiamo soddisfazione per il voto unanime del Consiglio regionale. In questo modo semplifichiamo la vita alle famiglie – spiega Bezzini – ci sarà meno burocrazia, ma senza rischi per la salute pubblica e dei compagni di classe degli studenti malati. I medici di famiglia e i pediatri di libera scelta continueranno infatti ad essere obbligati a segnalare le malattie diffusive e pericolose e i dipartimenti di prevenzione delle Asl continueranno ad attuare tutti gli interventi di profilassi necessari a fronteggiare i rischi per la salute pubblica: controlli che già erano del tutto autonomi dall’obbligo di presentazione del certificato per essere riammesso a scuola.”

La semplificazione era sollecitata dagli stessi medici: del resto la maggior parte delle malattie infettive si trasmettono già dal periodo di incubazione e, più raramente, durante la convalescenza. Ed è sulla base di questi studi e pareri della comunità scientifica che la giunta ha deciso di proporre l’abolizione del certificato. Anche il mondo della scuola si è espresso favorevolmente.

Il certificato medico per la riammissione a scuola era già stato cancellato in undici regioni e province autonome: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio e Veneto. La materia rientra nella competenza legislativa concorrente delle Regioni.



21 febbraio 2023
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