Salute Donna. D’Amato: “A fine mese il primo rapporto sulla salute di genere nel Lazio”
L’annuncio in occasione dell’evento "La Salute incontra i Diritti Umani. Le mutilazioni genitali femminili e la salute riproduttiva” promosso all’AO San Giovanni Addolorata, dove nascerà anche un Help Desk contro le mutilazioni genitali femminili. La Dg Frittelli dedica “questa giornata a tutte le donne che stanno vivendo la guerra, con un pensiero particolare e tutta la nostra vicinanza alle donne ucraine”.
08 MAR - “Le mutilazioni genitali femminili rappresentano un rituale violento ancora purtroppo diffuso in molti paesi e che vede vittime molte, troppe donne. Qui al San Giovanni verrà istituito un Help Desk per fronteggiare queste pratiche illegali e a fine mese presenteremo il Primo Rapporto sulla Salute di Genere”. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio,
Alessio D’Amato, intervenendo all’evento “La Salute incontra i Diritti Umani. Le mutilazioni genitali femminili e la salute riproduttiva” promosso in occasione della Giornata Internazionale della Donna, che si celebra l'8 marzo, dall'AO San Giovanni Addolorata in collaborazione con il Movimento Uniti x Unire.
Presenti all’evento, oltre a D’Amato, il Direttore Generale dell’AO San Giovanni Addolorata
Tiziana Frittelli, il Presidente Uniti x Unire e AMSI
Foad Aodi e l’Assessore Salute e Politiche Sociali Comune di Roma,
Barbara Funari.
“La Salute incontra i Diritti Umani” sta a significare “autodeterminazione”. Obiettivo, spiega l’Ao San Giovanni in una nota, “è mettere in luce un ambito specifico e legato ai diritti di cura della sfera sessuale e riproduttiva. Troppo spesso si dimentica che, in alcuni paesi, la donna è ancora vittima di rituali violenti quali le mutilazioni genitali femminili. Per diverse culture, questo è un rito di passaggio importante che ogni donna deve affrontare nella vita e, perciò, paradossalmente un momento da “festeggiare”. Per evitare l’emarginazione dalla comunità, milioni di donne sono ancora costrette a sottoporsi a tale pratica che rappresenta per tutte un immenso trauma, oltre a una evidentissima violazione dei diritti delle donne, ancora bambine quando subiscono questa forma di violenza”.
“L’iniziativa - sottolinea Tiziana Frittelli Direttore Generale del San Giovanni Addolorata – nasce con l’obiettivo di contribuire a promuovere i diritti di cura della sfera sessuale e riproduttiva contro la violenza e diventa occasione di dibattito e confronto attraverso esperti e testimonianze per tracciare un’analisi dal punto di vista sociale, legislativo e medico sanitario. Dedichiamo questa giornata a tutte le donne che stanno vivendo la guerra, con un pensiero particolare e tutta la nostra vicinanza alle donne ucraine”.
“Una società multietnica offre opportunità di crescita per tutti. - dichiara Barbara Funari Assessore Salute e Politiche Sociali Comune di Roma - Uno dei temi critici emersi negli ultimi anni riguarda la tradizione di pratiche di violenza sulle donne come la mutilazione genitale femminile, in uso presso diverse etnie dell’Africa e dell’Asia, e continuata anche da alcune comunità presenti in Italia. Gli obiettivi che dobbiamo perseguire sono la prevenzione e il contrasto del fenomeno attraverso forme di educazione sociale che possono contribuire alla sensibilizzazione delle famiglie. La rete dei servizi (sociali, sanitari, giudiziari) del territorio, in stretta collaborazione con mediatori culturali specializzati, rappresenta il percorso più opportuno per aiutare queste donne”.
Da Foad Aodi, presidente Amsi e Uniti per Uniti, un grazie a D’Amato e Frittelli “per aver organizzato questo convegno importante dove è fondamentale ribadire No alla mutilazioni genitali femminili e combattere ogni forma di violenza sulle donne e sulle bambine. E' infatti una violenza atroce costringere le ragazze a metodiche vietate e senza il loro consenso, metodiche che vanno bandite dal punto di vista legislativo e sanitario da tutto il mondo”.
Aodi chiede l’istituzione, nel Lazio, di un Osservatorio Anti-Mutilazioni Genitali Femminili “per promuovere formazione, istruzione, comunicazione e protezione a livello nazionale e internazionale” e avverte: “ci sono 30 per cento di 80mila ragazze tra 12-20 anni a rischio. No alle cure fai da te”.
08 marzo 2022
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