Lazio. Montino (Pd): "Elisoccorso è a brandelli, odissea per 200 pazienti"
Questa la denuncia del capogruppo Pd alla Regione che ha reso noto come l'eliambulanza della Regione "da mesi atterra in un ospedale con il Pronto Soccorso chiuso, per poi trasportare i pazienti via terra con l'ambulanza, perdendo così tempo prezioso per le cure".
22 LUG - "L’elisoccorso del Lazio è a brandelli. L’elimabulanza del Lazio da mesi atterra nell’ospedale con il pronto soccorso chiuso, poi il paziente viene trasbordato via terra all’ospedale di destinazione. Una corsa a tappe dove si perde tempo prezioso. Dal 1 gennaio ad oggi cosi è stato per oltre 200 malati gravi". Questa la denuncia del capogruppo del Pd alla Regione,
Esterino Montino.
"Se la destinazione è il Dea del S. Camillo - ha spiegato Montino - l’elicottero del 118 oggi atterra al Cto. Da lì si riparte in ambulanza fino all’ospedale sulla Gianicolense. Siamo al punto che il traffico può decidere tra la vita e la morte". "Stesso discorso per chi è destinato a Policlinico di notte - ha spiegato ancora - il mezzo del 118 atterra al Pertini. Tutto questo avviene perche a Roma l’unico grande ospedale sede di Dea di II Livello, con una piazzola operativa 24 ore su 24 è il Gemelli".
Il capogruppo Pd ha poi spiegato come al S. Camillo la pista è chiusa dallo scorso dicembre. Nel mesi scorsi sono stati fatti lavori per circa 40 mila euro, "inutile maquillage che non ha eliminato le cause che hanno prodotto il blocco - ha detto Montino - con poco più dei soldi spesi si potevano fare gli interventi necessari a rendere la pista operativa notte e giorno, cioè spostarla di 20 metri. Lo spazio c’è".
L’Umberto I da sempre utilizza la piazzola della caserma Macao chiusa la sera. Il S. Giovanni utilizzava l’area prospicente la Basilica, cosa che ora non avviene piu, visto che atterrare in mezzo al traffico è pericoloso. Tor Vergata, infine, è restia ad utilizzare la pista di cui dispone, per motivi giudicati da Montino "incomprensibili".
"Così un soccorso con l’eliambulanza nel Lazio si trasforma in una sorta di odissea - ha ammonito - la Presidente Polverini il 30 agosto del 2010 dichiarò che entro il 30 settembre dello stesso anno sarebbero state costruite cinque nuove piazzole d’atterraggio in altrettante località del Lazio: al Grassi di Ostia, nell’area dell’ospedale di Terracina, ad Acquapendente in provincia di Viterbo, a Formia e ad Amatirce". "Due anni dopo a Ostia, Terracina e Amatrice ci sono solo prati - ha evidenziato Montino - ad Acquapendente i lavori per realizzare la pista sono conclusi da un anno, ma è chiusa perché non si capisce chi deve pagare i lavori per eliminare i pali della linea elettrica che intralciano la via d’atterraggio. Stesso destino per quella di Formia: i lavori sono conclusi, ma nella piazzola, realizzata in terreno dell’Arsial, non è mai atterrato un elicottero : mancano i permessi definitivi. Questi si chiamano sprechi".
Come è stato ritenuto uno spreco dal capogruppo Pd alla Regione, la scelta "inspiegabile" fatta dall’assessorato sanità di realizzare ad Amatrice una piazzola prefabbricata acquistata in Sicilia al costo di 200mila euro, "quando per realizzarne una con tutti gli annessi e connessi, il costo massimo si aggira sui 50mila euro".
Ma il capitolo sprechi elencato da Montino non si è fermato qua. "Per esempio a Latina il sistema antincendio al servizio della piazzola per l’eliambulanza costa oltre 30 mila euro al mese ed è affidato ad una società esterna - ha raccontato - il bello è che non serve, perche quella elisuperfice non ha la movimentazione minima per rendere obbligatorio il servizio. Lo stesso vale per la piazzola dell’ospedale di Rieti anche se il servizio viene gestito in house. Oggi le eliambulanze vengono chiamate a ruoli impropri come elitaxi per malati con spreco di risorse ingenti".
"Dopo il taglio degli ospedali il servizio dell’eliambulanza doveva essere potenziato - ha concluso - due anni dopo è a brandelli e in questi ultimi mesi, ha messo a rischio la vita di 200 cittadini del Lazio".
22 luglio 2012
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