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Scompenso cardiaco congestizio: mortalità a 30 giorni dal ricovero (media esiti Italia 8,79%)


09 MAG - Lo scompenso cardiaco congestizio o insufficienza cardiaca, considerato anche come lo stadio terminale di molte patologie cardiovascolari è una malattia cronica e progressiva che rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica nel mondo per frequenza, morbilità, mortalità e impatto sui Servizi sanitari. Raffrontare i dati statistici relativi allo Scc con i vari studi è complesso a causa dell’utilizzo di differenti definizioni di caso, comunque per questa patologia si evidenzia un elevato rischio di morte: da 1/4 a 1/3 dei pazienti muoiono un anno dopo la comparsa dello scompenso cardiaco. Ed è ancora alto anche il tasso di mortalità a breve termine dopo il ricovero, pur mostrando un trend in diminuzione in tutto il mondo grazie al miglioramento dell’efficacia delle cure. La mortalità a trenta giorni dal ricovero consente in particolare di comprendere anche quelle morti che possono occorrere subito dopo la dimissione ma che potevano essere evitate da cure ospedaliere efficaci. Ed anche di misurare l’appropriatezza e l’efficacia del processo assistenziale che inizia con l’arrivo del paziente a quella struttura.
Il suo valore può variare enormemente non solo a causa della diversa qualità delle cure ricevute, ma anche per la presenza di diversi fattori di rischio come ad esempio età, genere, condizioni di salute del paziente. Sono finite sotto osservazione le strutture con un volume annuo di Scc superiore a 75.
 
Nella Pa di Bolzano nessuna struttura ha fatto segnare un esito favorevole statisticamente rilevante, anche se i primi tre esiti registrati, ovvero quelli dell’Ao di Merano con il 6,6%, dell’Ospedale di S. Candido (6,7%) e dell’Ao Bressanone con il 7,9% risultano al di sotto della media italiana. L’ultimo esito, invece, e segnato in rosso, è dell’Ao Centrale di Bolzano con il 12,3%, seguito, ma in colore grigio, dall’Ao di Brunico con l’11,3%.
Per quanto attiene invece la Pa di Trento nessuna tra le strutture di cui sono presenti i dati ha fatto segnare esiti statisticamente favorevoli e sfavorevoli. Infatti tutte e sei le strutture sono segnate in colore grigio e in ogni caso anche gli ultimi esiti si collocano con valori vicini alla media. Scopriamo così che il primo esito è quello del Pres. Osp. S. Lorenzo di Borgo Valsugana con il 4,7%, mentre l’ultimo è stato fatto registrare dal Pres. Osp. di Cles con l’11,5%.
Guardando ai dati delle strutture del Veneto si nota come solo una struttura raggiunge un esito favorevole con un valore inferiore alla media e statisticamente corretto. Stiamo parlando dell’ Ao di Padova con il 6,1%, anche se in realtà non è quella con le percentuali più basse in assoluto. La prima, ma in colore grigio, è l’Ospedale Sacro Cuore di Negrar con il 3,8%. Per quanto riguarda gli esiti sfavorevoli statisticamente corretti essi sono invece tredici, anche se in tabella vengono riportati solo gli ultimi cinque. In testa si trova l’Ospedale di Arzignano con il 23,5%, seguito dall’Ospedale Civile di Venezia al 19,2% e dal Pres. Osp. di Iesolo con il 19,1%.
Anche in Friuli Venezia Giulia, troviamo una sola struttura contrassegnata dal colore blu (che si ricorda indica un esito favorevole statisticamente dimostrato). Essa è l’Ao Riuniti di Trieste con il 4,9%. Anche in questo caso, però, non è la struttura con la percentuale più bassa. Questa è la CC S. Giorgio di Pordenone con il 2,5%, ma contrassegnata dal colore grigio. Sono tre invece gli esiti segnati in rosso: quello dell’Ospedale S. Giovanni dei Battuti di Spilimbergo con il 15,3%, seguito dall’Ospedale Civile di Palmanova al 13,2% e dall’ Ospedale di Gorizia con il 12,6%.

09 maggio 2012
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