La controreplica. Aaroi: “Nessuna motivazione d’urgenza o straordinaria può consentire ad alcuno di derogare alle normative in vigore”
19 FEB - “In relazione alle dichiarazioni rese dalla ASL Bari in merito ai contratti a tempo determinato di Dirigenti Medici, dalle OO.SS. Nazionali della Dirigenza Medica e Veterinaria etichettati come “nomadi”, laddove queste dichiarazioni riportate da alcuni media coincidessero con la posizione dei massimi Dirigenti Amministrativi della ASL e soprattutto del Direttore Generale della ASL Bari, non può non evidenziarsi che non può sussistere, in uno Stato di Diritto, alcuna motivazione d’urgenza o straordinaria che possa consentire ad alcuno, a maggior ragione se si trattasse di una Istituzione o Ente Pubblico, di derogare alle normative in vigore che, d’altra parte, prevedono già ben precise norme al riguardo”. Così
Antonio Amendola, presidente Aaroi Emac Puglia, risponde alla nota con cui la Asl ha cercato di fermare le polemiche e motivare le assegnazioni temporanee.
Ma Amendola evidenzia come “le norme, le leggi in vigore, e quindi i contratti che tale valore hanno, sono il frutto, spesso dopo anni di trattative, di Istituzioni a ciò opportunamente preposte e ciascuna norma esiste perché derivante da precise valutazioni di opportunità e di garanzia di sicurezza nel merito. Volendo esemplificare, se situazioni emergenziali consentissero di derogare alle norme esistenti, un qualunque cittadino, ritenendosi in emergenza, potrebbe liberamente decidere di percorrere in senso contrario una qualsiasi tratta stradale a senso unico e/o autostradale”.
Il presidente Aaroi Emac Puglia conclude definendo il “‘nomadismo’ dei Dirigenti Medici costituisce un vero e proprio affronto alla professionalità di costoro, in quanto viene a ritenere irrilevante la necessità, ai fini della sicurezza dell’Utenza e del Professionista, da parte di un Dirigente Medico di essere inserito stabilmente in una équipe ben precisa, avente un unico Responsabile e una ben precisa organizzazione della Unità Operativa e/o del Servizio di afferenza, rendendolo invece un puro “strumento” di prestazione professionale sganciato da tutto il resto del contesto sanitario”.
19 febbraio 2020
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