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Le precisazioni dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia


28 MAR - Dopo le numerose dichiarazioni in merito alla vicenda della donna in gravidanza emiliana che, nei giorni scorsi, dopo la chiamata al 118 non ha ricevuto l’assistenza dell’elisoccorso, l’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia ha voluto precisare alcuni aspetti “a fronte di ricostruzioni dei fatti non veritiere e a strumentalizzazioni”.

“Ribadiamo, per amor di verità e a tutela dell’immagine dell’Azienda e dei suoi professionisti”, scrive l’azienda in una nota, “che:
 
a) non è vero che si trattasse di una partoriente bensì di una gestante alla 24^ settimana”
 
b) la versione di una partoriente è frutto di una notizia sbagliata, non verificata, riportata a pagina 5 dal Resto del Carlino di Reggio Emilia del 26 marzo con il titolo “L’elicottero non arriva, dramma per una partoriente”,
 
c) si è trattato in realtà, come abbiamo più volte specificato,  di una gestante con dolori addominali non imputabili al travaglio, descritti di media entità (non certamente lancinanti)  dai professionisti intervenuti e che si sono risolti spontaneamente nel corso del trasporto in ospedale, tanto da non essere più presenti al momento della prima visita ginecologica effettuata all’arrivo a Reggio Emilia;
 
d) il fatto che non si trattasse né di travaglio in atto, né tantomeno di parto imminente o precipitoso è stato verificato da subito all’arrivo dell’ambulanza al domicilio e comunicato alla Centrale Operativa 118;
 
e) continuare a parlare di partoriente o di parto imminente è una inaccettabile distorsione della realtà che prospetta all’opinione pubblica una situazione che non è mai stata presa in considerazione dai professionisti;
 
f)  in nessun momento la situazione si è presentata a rischio per la salute di mamma e bambino;
 
g) è inoltre vero che i protocolli operativi del sistema dell’emergenza-urgenza escludono il trasporto in elicottero di una gravida con travaglio in atto;
 
h) infine l’epoca di gravidanza (24 settimane) in tutti i casi, anche in corso di travaglio avviato, avrebbe previsto la centralizzazione presso una struttura dotata di terapia intensiva neonatale, per i gravi rischi di complicanze connessi alla prematurità. Quindi anche la presenza di un punto nascita tuttora attivo non avrebbe modificato il percorso della signora”.

28 marzo 2018
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