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Covid. Arrivano gli anticorpi monoclonali. Anelli: “Una nuova arma a disposizione dei Mmg”


“Uno strumento fondamentale per ridurre le complicanze del Covid, soprattutto nei soggetti più fragili, saranno infatti usati sui pazienti obesi, soggetti sottoposti a dialisi, diabetici con complicanze, pazienti con una immunodeficienza e tutti gli ultra 65 che hanno almeno un fattore di rischio” ha detto il presidente dell’Omceo di Bari

26 MAR - I medici di medicina generale avranno a disposizione gli anticorpi monoclonali per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. Già autorizzati dall’Aifa il 9 marzo scorso, sono stati messi a disposizione dei medici del territorio grazie a una determina della Regione Puglia. Si tratta di farmaci a base di anticorpi specializzati nel riconoscimento degli antigeni del Sars-CoV-2, che vengono prodotti a partire da cellule immunitarie prelevate dal plasma di pazienti convalescenti.
 
“Sono uno strumento fondamentale per ridurre le complicanze del Covid, soprattutto nei soggetti più fragili – commenta Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine dei medici di Bari – saranno infatti usati sui pazienti obesi, soggetti sottoposti a dialisi, diabetici con complicanze, pazienti con una immunodeficienza e tutti gli ultra 65 che hanno almeno un fattore di rischio”.

L’anticorpo monoclonale che sarà utilizzato, attraverso infusione endovenosa, è il bamlanivimab. La selezione dei pazienti da sottoporre a terapia con anticorpi monoclonali sarà a cura del medico di medicina generale: dovranno essere pazienti con le fragilità elencate sopra. Inoltre, possono essere sottoposti a terapia solo pazienti affetti da Covid con lievi o moderati sintomi di recente insorgenza. Il medico di medicina generale dovrà segnalare i pazienti selezionati ai centri di riferimento che lo prenderanno in carico per la somministrazione del farmaco.
 
“È la prima grande opportunità terapeutica che il medico di medicina generale può utilizzare contro il Covid-19, capace di cambiare la storia clinica della malattia riducendo i rischi di ricovero e di complicanze in un momento particolare quale quello attuale in cui la carenza dei vaccini non permette di contenere la diffusione della malattia - spiega Anelli - l’uso degli anticorpi monoclonali rischia però di essere compromesso dalla grave carenza dei tamponi per la diagnosi precoce di Covid-19. Una carenza più volte segnalata dalle associazioni di categoria. Oggi ci sono pazienti che aspettano di fare un tampone per settimane. Auspichiamo che le autorità sanitarie intervengano individuando ad horas soluzioni per risolvere il problema della diagnosi precoce e quindi per l’avvio dei trattamenti con anticorpi monoclonali”.

26 marzo 2021
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