Fimmg Bari: “Ambulatori infermieristici: una soluzione estemporanea e non adeguata”
Così Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari e vice segretario nazionale Fimmg, commenta la annunciata apertura da parte della Asl Bari di ambulatori infermieristici in 5 località del barese dove erano stati chiusi i Ppi. "Esiste già il modello del Care Puglia che propone un’assistenza territoriale flessibile; è tutto sviluppato all’interno del sistema pubblico e consente di offrire assistenza continua anche ai pazienti cronici in modo personalizzato, anche a domicilio".
14 LUG - “Sostituire i punti di primo intervento con ambulatori che non prevedono la presenza di un medico non è una soluzione, perché non segue un modello di assistenza territoriale organico e - cosa ancor più grave - non risponde adeguatamente ai bisogni di salute dei cittadini” - commenta così
Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari e vice segretario nazionale Fimmg, la annunciata apertura da parte della Asl Bari di ambulatori infermieristici in 5 località del barese dove erano stati chiusi i PPI.
“Esiste già il modello del Care Puglia, una best practice a livello nazionale, che propone un’assistenza territoriale flessibile; - continua Calabrese - è tutto sviluppato all’interno del sistema sanitario pubblico e consente di offrire assistenza continua anche ai pazienti cronici in modo personalizzato, anche a domicilio. Non si capisce perché si cerchino soluzioni alternative, in modo assolutamente estemporaneo e non adeguato”.
Il Care Puglia 3.0 delle cure territoriali pone la responsabilità della presa in carico nei mini team degli studi di medicina generale con la loro struttura organizzativa - medico, infermiere e assistente di studio. Grazie a progetti sperimentali, c'è stato un potenziamento dell’ADI, l’assistenza domiciliare integrata, agli ultra 65enni, passata dal 1,8% del 2010 al 3,1% del 2016, stando ai dati del Ministero della salute. Il modello si basa sulla prossimità e capillarità territoriale - gli ambulatori dei medici di famiglia sono presenti infatti su tutto il territorio, anche nei piccoli comuni - e consente di erogare all’interno degli studi medici diverse prestazioni, tra cui quelle di diagnostica di primo livello.
“Al momento solo il 15% dei medici di famiglia ha la possibilità di assumere un infermiere, mentre siamo al 50-60% per i collaboratori di studio. Se questo modello venisse esteso a tutti i 3300 medici di famiglia pugliesi, si potrebbe far crescere l’assistenza domiciliare integrata - un parametro su cui la Puglia è in sofferenza rispetto agli indicatori ministeriali.” - conclude Calabrese. Inoltre, gli infermieri assunti negli studi medici, non essendo dipendenti della Asl, non inciderebbero sulla spesa legata alla dipendenza.
Laddove hanno chiuso gli ospedali, invece, Fimmg propone lo sviluppo dei CPT (Centri polifunzionali territoriali), in cui medici di medicina generale sono presenti per 12 ore insieme ad infermieri e collaboratori e offrono assistenza domiciliare, diagnostica di I livello attraverso la telemedicina, prelievi, medicazioni. Il tutto gratuito e senza ticket.
“L’attuale situazione di crisi del sistema sanitario crea sofferenza nei medici di famiglia, di continuità assistenziale e di emergenza e non consente di garantire un’adeguata assistenza ai pazienti - aggiunge
Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia - Per questo Fimmg ha annunciato lo Stato di agitazione. I cittadini hanno diritto ad un’assistenza territoriale capillare ed efficiente, che non può esserci senza medici.”
14 luglio 2019
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