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Autonomie. Omceo Bari: un Piano Marshall per la Sanità, per colmare il divario nord-sud


“I dati dell’Osservatorio Banche-Imprese sulle province del meridione, dimostrano che la preoccupazione dei rappresentanti delle professioni socio-sanitarie è condivisa” ha detto il presidente Omceo Bari Filippo Anelli, che ha aggiunto: “Bisogna recuperare un’equità distributiva delle risorse, in modo che il Sud non continui ad essere penalizzato”.

20 MAR - "All’indomani del dibattito del Consiglio regionale pugliese sulle autonomie differenziate e dei dati pubblicati dall’Osservatorio Banche-Imprese di economia e finanza, la preoccupazione dei medici rimane alta. Il rapporto dell’Obi rileva infatti che la forbice tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, soprattutto il Nord, 'dopo aver mostrato un contenimento tra il 2015 ed il 2017, si riaffaccia a partire dal 2018". È quanto si legge in una nota dell'Omceo di Bari.
 
Il rapporto dell’Obi dimostra che la preoccupazione dei rappresentanti delle professioni socio-sanitarie è condivisa - commenta Filippo Anelli, presidente Omceo di Bari -. “Il dibattito in Consiglio regionale non ha tenuto conto di un elemento importante: una forma di regionalismo differenziato è già ampiamente applicata da tempo. I criteri di riparto dei fondi per la Sanità vanno già a favore del Nord. Oggi bisogna recuperare un’equità distributiva delle risorse, in modo che il Sud non continui ad essere penalizzato”.
 
"I nuovi Lea invece prevedono di attribuire più risorse a chi raggiunge determinati obiettivi - prosegue la nota -, senza considerare il punto di partenza delle singole regioni in termini di risultati, innescando un circolo vizioso: chi ha già raggiunto il 1° livello raggiungerà facilmente il 2° ottenendo così più fondi, mentre chi non ha ancora raggiunto il 1° livello non ha alcuna chance di raggiungere il 2° e non avrà fondi per migliorare le proprie performance".
 
“Rispetto al processo avviato da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, non c’è da temere l’autonomia in sé, peraltro perfettamente costituzionale. Se tradotta in maggiore flessibilità amministrativa l’autonomia può supportare l’efficienza - precisa Anelli -. Invece, temo un’autonomia intesa come potestà legislativa esclusiva che condurrebbe allo sfascio del sistema sanitario nazionale. Se ogni regione può decidere come spendere i soldi per la Sanità e come organizzare il sistema, si rimettono in discussione i principi di equità, solidarietà e uguaglianza del Ssn.”
 
"La soluzione non può che essere quella di un Piano Marshall per il servizio sanitario - aggiunge -, che recuperi il gap storico, strutturale e organizzativo del Sud attraverso finanziamenti ad hoc, senza quindi penalizzare le regioni virtuose del nord e senza innescare una contrapposizione nord/sud che non giova all’insieme del Paese".
 
“Le professioni socio-sanitarie pugliesi, che si sono di nuovo incontrate a Bari l’altro ieri - conclude Anelli - sono pronte a dare il proprio contributo al governo del sistema partecipando alle scelte di politica sanitaria. Come Ordini siamo enti sussidiari dello Stato e abbiamo il dovere di supportare la politica con le nostre competenze a vantaggio di tutta la collettività".
 
Di questi temi si discuterà Sabato 23 marzo a partire dalle 9.30 all’incontro di approfondimento che si terrà presso la Sala Balestrazzi del Policlinico di Bari "Regionalismo differenziato, Sanità pubblica e diritto alla salute”. I relatori, tra cui Filippo Anelli, analizzeranno gli effetti delle autonomie differenziate sul Ssn e sul diritto alla salute, alla luce dei pre-accordi già presentati al governo dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

20 marzo 2019
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