Sunshine act. Misiti (M5S): “Preveniamo la corruzione con la trasparenza”
Intervenendo al Congresso nazionale della Siot, la Società italiana di ortopedia e traumatologia, in corso a Bari, il deputato del Movimento 5Stelle ha evidenziato come la proposta di legge non intenda vietare i legami tra professionisti e industrie farmaceutiche, “ma vuole renderli pubblici”. Poi assicura: “Non ci sarà un aumento della burocrazia, né criminalizzazione e non sarà diretta solo ai medici. E’ una legge che obbliga a considerare trasparenza e salute come beni collettivi”.
13 NOV - “I cittadini devono poter conoscere i legami che intercorrono tra le aziende farmaceutiche, i medici e gli operatori sanitari. È questa la strada della prevenzione che bisogna percorrere per combattere eventuali episodi di corruzione”. Lo ha detto il deputato del Movimento 5Stelle,
Massimo Carmelo Misiti, a proposito del cosiddetto “Sunshine act”, la proposta di legge entrata nel vivo della discussione in Commissione Affari Sociali della Camera.
Misiti, che è chirurgo ortopedico, già Segretario alla Presidenza del Collegio italiano dei chirurghi, lo ha illustrato, in risposta a specifiche domande, durante l’incontro, proprio su questo tema, che si è svolto a Bari nell’ambito del congresso nazionale della Siot, la Società italiana di ortopedia e traumatologia. “Questa norma – ha detto Misiti – è nel programma del Movimento 5Stelle, e la trasparenza è nel contratto di Governo. Esiste una certa diffidenza da parte di alcuni operatori della sanità che temono sia una sorta di punizione. Non è così. In particolare – ha continuato il parlamentare – chiariamo che questa proposta di legge non vuole vietare i legami tra sanitari e industrie farmaceutiche, ma vuole renderli pubblici. E, poi, non aumenta la burocrazia per la categoria medica; non riguarda i pagamenti dei pazienti ai medici; non criminalizza; non favorisce la promiscuità tra attività pubblica e privata; non si rivolge solo ai medici”.
“Il Sunshine act – ha concluso Misiti – è una legge che obbliga a considerare trasparenza e salute come beni collettivi che, se coincidono, contribuiscono al rispetto della cultura delle istituzioni, dello Stato, della sanità italiana e delle nostre tasse”.
13 novembre 2018
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