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Automedicazione responsabile per la sostenibilità del sistema. Al via, anche nelle regioni, il progetto “Self care forum” di Assosalute


Quello di Bari è il primo di una serie di tavoli di confronto tra stakeholder e Istituzioni, voluto da Assosalute per esaminare – sulla base dei dati di uno studio condotto da Cergas Bocconi - il tema del contributo dell'automedicazione ai sistemi sanitari regionali, tra esigenza di razionalizzare la spesa pubblica e aumento della domanda dei servizi sanitari. Sono oltre 60 le molecole dispensate in Italia con ricetta e che invece in Europa vengono vendute senza obbligo di prescrizione.

16 DIC - Il ricorso ai farmaci di automedicazione come risorsa per la sostenibilità del sistema e il valore dell’educazione alla salute come ingredienti per un corretto sviluppo e una migliore gestione del protagonismo dei cittadini in materia di farmaci e salute. Questi, in sintesi, i messaggi chiave emersi in Regione Puglia, nell'ambito dell'iniziativa “Self Care Forum” promossa da Assosalute – Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica.
 
Quello di Bari è il primo di una serie di tavoli di confronto tra stakeholder e Istituzioni, voluto da Assosalute per esaminare – sulla base dei dati di uno studio condotto da Cergas Bocconi - il tema del contributo dell'automedicazione ai sistemi sanitari regionali, tra esigenza di razionalizzare la spesa pubblica e aumento della domanda dei servizi sanitari.
 
A livello nazionale, sono oltre 60 le molecole dispensate in Italia con ricetta e che invece in Europa vengono vendute senza obbligo di prescrizione. Si tratta di farmaci per condizioni patologiche minori, che assorbono risorse pubbliche - per un valore di 844 mln di euro l'anno – e che invece potrebbero essere reindirizzate a integrare percorsi sanitari e assistenziali, migliorando la qualità del servizio al cittadino.
 
“Secondo l'Oms l'80% delle piccole patologie può essere tranquillamente trattata con farmaci di automedicazione; e questo 80% in Italia oggi è sottostimato - spiega il presidente di Assosalute Maurizio Chirieleison -. Un settore importante, quindi, anche per generare maggiori servizi ai cittadini in termini di sanità. Una soluzione inaspettatamente semplice per la sostenibilità del sistema e con grandi capacità di sviluppo consiste nel valutare, anche grazie al confronto con l’Europa, in che misura sia possibile in Italia allargare l’ambito di autonomia e cura proprio dei farmaci di automedicazione, cosi da liberare risorse che potrebbero essere meglio impiegate nel dare servizi ai pazienti. La domanda da porsi è: meglio avere un Pronto Soccorso più efficiente e cure garantite per tutti in caso di patologie serie e importanti, o mantenere a carico dello Stato una serie di farmaci che servono ad affrontare disturbi gestibili in autonomia, come avviene in Europa dove è già tangibile il contributo al sistema fornito da questo cambio di approccio?
In tal senso, il Self Care Forum intende stimolare un confronto continuo fra gli stakeholder sul ruolo economico e sociale dei farmaci OTC e promuovere a più livelli del sistema una strategia condivisa in grado di mettere al centro le esigenze di cura e di salute dei cittadini”.
 
Proprio per elaborare una visione del settore condivisa e in grado di concretizzarsi in attività che facciano da leva per lo sviluppo del settore dei farmaci di automedicazione, Assosalute vuole promuovere, dopo il lancio del Self Care Forum nazionale, una serie di incontri regionali per favorire il confronto di territori e Servizi Sanitari regionali sul valore del comparto. Il progetto si inserisce in un percorso di valorizzazione di lungo periodo che vede nell’evoluzione sociale e culturale delle persone anche una maggiore capacità di gestione autonoma di disturbi ricorrenti. Ciò significa anche uno shift di utilizzo verso i farmaci da banco in caso di disturbi che si conoscono per esperienza.

Ne è un esempio proprio la regione Puglia dove “i dati 2017 dimostrano in maniera puntuale che esiste una relazione diretta tra la riduzione della spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario regionale e l'aumento dei farmaci di automedicazione. Questo senza che lo switch sia stato imposto da nessun provvedimento regolatorio, ma è di fatto avvenuto nel mercato, nell'uso e nelle abitudini del paziente stesso. La nostra missione è quella di accompagnare e gestire questo passaggio affinchè l’utilizzo sia appropriato e consapevole”, afferma il presidente di Federfarma Puglia Vito Novielli.
 
Lo studio Cergas Bocconi ha evidenziato che un ampliamento dell'offerta terapeutica disponibile in automedicazione, maggiormente allineata a quanto avviene in Europa, non solo porterebbe a un alleggerimento dei conti del Ssn di 844 mln di euro all'anno a livello nazionale, ma si tradurrebbe in un beneficio economico netto sociale pari a 2 mld di euro l'anno, tenendo da conto il valore risparmiato in termini di tempo da parte del medico e del paziente per visite dovute a patologie minori. Questi numeri, declinati nel contesto pugliese, si tradurrebbero in un risparmio per il Servizio Sanitario Regionale di 64 mln di euro l'anno, ovvero 112 mln l'anno nel complesso. “Il messaggio che vogliamo dare con questo studio non è legato solo a un risparmio per il Ssn ma vuole essere un invito a una riflessione su quello che è il ruolo dei diversi portatori di interesse nel sistema salute - spiega Monica Otto, Osservatorio Farmaci Cergas - i cittadini hanno una propensione sempre più forte a scelte di salute e cura autonome. Possiamo scegliere di lasciare questa autonomia allo sbaraglio o scegliere di guidarli, rendendo responsabile l'automedicazione per il cittadino”.
 
L’autocura o self- care è, infatti, una tendenza già in crescita, e, per questo, è fondamentale creare delle reti di informazione, per tamponare le “autoprescrizioni” firmate dai vari dottor “Google e Yahoo”, cui troppo spesso ci si affida. L’Automedicazione o Self-medication va, quindi, intesa non come autoprescrizione o autodiagnosi ma, invece, come attitudine a riconoscere la responsabilità del singolo ad essere artefice delle proprie scelte di salute.
 
L’Associazione, infatti, si fa anche portavoce di messaggi importanti in tema di profilassi, prevenzione, cura dei sintomi. Un esempio sono le azioni di comunicazione e sensibilizzazione alla corretta gestione dei sintomi influenzali che possono, inoltre, generare costi impropri per il sistema pubblico quando le persone si recano al pronto soccorso o intasano gli ambulatori. Per prendersi cura di sé e imparare a farlo in modo responsabile e appropriato, fondamentale è il ruolo degli operatori sanitari – medici di famiglia e farmacisti – ma anche quello appunto dell’educazione, a partire dalle scuole e dalle famiglie. In tal senso, Assosalute ha promosso negli anni numerose iniziative rivolte alla formazione del cittadino e alla sua capacità di operare scelte consapevoli. Il Self Care forum, anche nella sua declinazione regionale, promuove un percorso di “empowerment istituzionale” teso a evidenziare il ruolo del comparto in tema di sostenibilità, stili di vita, benessere e cura.
 
Nella realizzazione di questa ambiziosa mission giocano un ruolo strategico proprio medici e farmacisti. “Serve un rinnovato investimento nell'empowerment del paziente, una crociata culturale in cui la competenza del farmacista si integri con quella del medico e insieme lavorino affinché il rapporto dei cittadini con i farmaci evolva in modo virtuoso, sottraendoli a tutti i rischi derivanti dalle spinte del mercato”, sottolinea il Sen. Luigi d'Ambrosio Lettieri.
 
Un’iniziativa che la Regione Puglia sembra essere pronta a cogliere, “Porteremo al Tavolo permanente della farmacia dei Servizi questa tematica”, sottolinea Pietro Leoci, dirigente del Servizio Politiche del Farmaco per la Regione Puglia.

“Oggi è stato sottolineato un aspetto da molti sottovalutato: quello dell'automedicazione come opportunità assistenziale, come atto di responsabilità del sistema e anche del cittadino – sottolinea il Commissario Straordinario A.Re.S.S. Giovanni Gorgoni – A livello regionale, la spesa farmaceutica è la voce su cui si riscontra l’inadempienza più rilevante da parte del sistema sanitario pugliese e anche quella su cui sono stati varati nell’ultimo anno gli interventi più massicci per ricondurre la spesa entro i limiti stabiliti per legge. In questo senso va anche l’incentivazione al corretto impiego del farmaco, anche se questo può significare un esborso a carico del cittadino. Ma se non cambia il sistema di finanziamento del Ssn, le prospettive sono molto di breve termine. E questo vale in Puglia così come a livello più ampio per il Ssn. – continua Gorgoni - Questa (la proposta analizzata nello studio Cergas di Assosalute) è una delle possibilità da prendere in considerazione per riequilibrare il sistema, ancora prima di superticket e compartecipazione selvaggia, o fondi integrativi e integrazione di fondi”.
 
D'altra parte, come ha sottolineato il Direttore della Prevenzione della Asl di Taranto Michele Conversano, “la formazione dovrebbe partire già dall'età scolare, e in Puglia ci sono canali già consolidati di collaborazione tra professionisti della sanità e le scuole. Self-care non vuol dire curarsi da solo, ma sapersi prendere cura di se stessi sotto tutti i punti di vista”.
 
A fornire altri interessanti spunti di riflessione è Luigi Santoiemma, membro della commissione appropriatezza per la Regione Puglia e Mmg alla Asl di Bari, che ha sottolineato la necessità di muoversi con cautela sul tema dello switch da farmaco etico a OTC: “E' uno scenario che potrebbe essere necessario perché oggi in Italia abbiamo un’enorme spesa per una grandissima prescrizione - in termini numerici - di farmaci che oramai costano singolarmente molto poco. Quindi, se alcuni di questi farmaci uscissero dal rimborso per andare a carico dell'utente, ciò si tradurrebbe - nel numero - nel liberare cifre importanti. Ma i farmaci non sono caramelle, quindi un'operazione del genere potrà essere condivisa a livello istituzionale se presenterà delle garanzie di assoluta eticità”.
 
D'altra parte, “qualsiasi spostamento di risorse dallo Stato alle tasche dei cittadini prima necessita di verificare come saranno utilizzate queste risorse”, dice il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, il quale sta seguendo il progetto “che apprezziamo molto, in quanto rappresenta un tentativo serio di trovare un punto di incontro tra i vari attori. Il sistema sanitario è in continua evoluzione e impone nuovi equilibri. La formazione di cittadini consapevoli, soggetti forti, attivi nelle scelte per la propria salute è uno dei nostri obiettivi principali. Per cui è molto importante contribuire alla ricerca di possibili soluzioni e rendere il cittadino partecipe, non solo portando la sua voce in tavoli come questi ma anche costruendo percorsi informativi ed educativi che gli consentano di contribuire responsabilmente al sistema”.

16 dicembre 2017
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