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Questione Asl Bari. Un po' di chiarezza sulla vicenda e sul perché dovremmo ringraziare Colasanto

di Enzo Chilelli

Il direttore generale dell'Asl è finito nell'occhio del ciclone per le 62 contestazioni contenute nella relazione svolta dagli ispettori del Mef. In realtà, scorrendo i numeri, si può notare come tra il 2010 ed il 2013 le spese per il personale si sono ridotte da circa 540 a circa 474 mln. Non solo ha tenuto i conti in ordine, ma è anche migliorata la qualità di cura

02 AGO - In questi giorni, mentre preparavamo la giornata del 30 luglio su “Il patto per la salute: quale ruolo per l’Azienda in sanità e l’evoluzione del management nel governo della sanità a vent’anni dall’istituzione delle aziende”, sulla Asl di Bari, e sul suo direttore generale, si abbattevano gli strali di quanti avevano avuto notizia della relazione svolta dagli ispettori del Mef.

Pare che le contestazioni mosse siano sessantadue ma che la premessa alla relazione reciti: "Occorre dare atto all'attuale dirigenza aziendale dell'apprezzabile lavoro svolto per realizzare gli obiettivi fissati dal piano di rientro. Poiché, infatti, la svolta nel miglioramento di alcuni indicatori di efficacia e di efficienza inizia a manifestarsi proprio a seguito dell'insediamento dell'attuale vertice, avvenuto l'1 luglio 2011". Invece "negli esercizi pregressi al 2012, non esistevano progetti di razionalizzazione e integrazione dei processi assistenziali, delle attività amministrative, e di supporto tra le diverse aree territoriali dell'azienda".

L’Azienda Sanitaria Locale di Bari lavora, oltre che sulla città di Bari, su altri quaranta Comuni, fino a coprire le esigenze sanitarie e sociosanitarie di circa un milione e trecentomila abitanti. Per questo è considerata la terza Asl d’Italia. Un “mostro” di complessità dove lavorano circa ottomila cinquecento dipendenti.
Forse per capire di cosa stiamo parlando è opportuno citare qualche cifra.

Il primo bilancio 2010 della gestione Colasanto rappresentava questi numeri:
- Finanziamento (ricavi) € 2.117.366.198
- Costi € 2.235.244.558
- Perdita di circa 118 milioni di euro.

Negli anni il finanziamento si è progressivamente ridotto fino ad arrivare nel 2013 a questi valori:
- Finanziamento (ricavi) € 2.098.757.428
- Costi € 2.098.518.428
- Utile di esercizio di circa 240.000 euro.

Tra il 2010 ed il 2013 le spese per il personale si sono ridotte da circa 540 a circa 474 milioni di euro. La relazione degli ispettori non può non evidenziare chiaramente l’incisività dell’azione amministrativa in questi anni su un’Azienda che per portata e complessità non può essere oggetto immediato e contemporaneo di intervento.
Il management ha fatto delle scelte e ha trovato le soluzioni che, in tempo relativamente breve per i cambiamenti amministrativi, hanno dato risultati non scontati.

Sarebbe il caso di dire, con le parole di una vecchia canzone di Antoine: “Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai. Se lavori, ti tirano le pietre. Non fai niente e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai capire tu non puoi se è bene o male quello che tu fai”.

Dalla documentazione in nostro possesso possiamo quindi dire che la Regione Puglia e i cittadini della Asl di Bari devono ringraziare Domenico Colasanto, i suoi più stretti collaboratori e tutto il personale della Asl perché, non solo sono riusciti a tenere i conti in ordine ma, soprattutto, perché, spiega la relazione degli ispettori ministeriali, sono riusciti a migliorare di molto le risposte e la qualità di cura per i propri assistiti.

Enzo Chilelli
Direttore generale Federsanità Anci 

02 agosto 2014
© Riproduzione riservata

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