Infermiere di famiglia. Pedrotti (Opi Trento): “Piano regionale va nella giusta direzione”. Ma per Nursing Up restano molte questioni da chiarire
In queste settimane i primi incontri con l’Assessore Stefania Segnana per definire i dettagli per l’introduzione di questa nuova figura professionale. “Nel tavolo di lavoro saranno discussi aspetti come il bacino di utenza, il coordinamento con gli MMG e competenze necessarie”. Ma per Cesare Hoffer (Nursing up Trento ) vanno chiarite anzi tempo anche le questioni di tipo giuridico-contrattuali legate alle nuove funzioni.
27 OTT - Sta prendendo piede anche nella Provincia Autonoma di Trento la nuova figura dell’infermiere di famiglia e di comunità; figura evocata da tempo sia dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche che dai sindacati di comparto. In queste settimane i primi incontri fra all’Assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia,
Stefania Segnana e il Presidente il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento
Daniel Pedrotti.
Il piano di riorganizzazione della rete assistenziale e territoriale della Provincia Autonoma di Trento è stato adottato dalla Giunta Provinciale con delibera n. 1422 del 18 settembre 2020 recependo le previsioni contenute nel Patto per la Salute 2019-2021 e nel Decreto Legge “Rilancio” in coerenza con gli obiettivi del Piano per la salute del Trentino 2015-2025.
“Il nuovo piano di riorganizzazione assistenziale territoriale - esordisce il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Trento
Daniel Pedrotti – è un provvedimento che va nella giusta direzione e che, se calato anche in questa stagione pandemica che abbiamo di fronte, diventa una scelta più che giusta sia per la prevenzione dai contagi sia per la gestione della pandemia. Oltre a ciò diventa strategico anche per la presa in carico del cittadino con cronicità e fragilità in un’ottica di medicina di prossimità e iniziativa”.
Il 29 settembre scorso, come richiesto da Opi Trento, si è tenuto il primo incontro con l’Assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia,
Stefania Segnana del tavolo di lavoro finalizzato a codificare e declinare nella Provincia Autonoma di Trento il ruolo della neo figura dell’infermiere di famiglia e comunità, come ad esempio le competenze e le funzioni, il bacino di utenza nel territorio di riferimento, requisiti formativi post-laurea, integrazione e coordinamento con il medico di medicina generale e le altre professioni e ciò per garantire una presa in carico dei malati cronici coordinata e basata su principi di iniziativa e prossimità, punti cardini della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità.
"Nel primo tavolo di lavoro che ha visto coinvolti l'assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania – continua Pedrotti – oltre che altre figure dirigenziali e tecniche, sono stati definiti gli obiettivi che nei successivi incontri saranno discussi prima di dare avvio alla nuova figura dell’Infermiere di famiglia e comunità, come il bacino di utenza, il coordinamento con gli MMG e competenze necessarie. Oltre a questo sarà avviato un percorso strutturato e condiviso con gli stakeholder, che dovrà tener conto della necessità di innovazione e sostenibilità del sistema sanitario provinciale e della valorizzazione delle professioni sanitarie”.
Sulla nuova figura dell’infermiere di prossimità, a chiedere un incontro alla Giunta Fugatti, che finora non è ancora avvenuto, è il sindacato autonomo (indipendente) degli infermieri, Nursing up Trento, anticipando che a monte di una figura così importante dell’infermiere di famiglia e comunità si debba discutere anzi tempo questioni di tipo giuridico-contrattuali e legate alle nuove funzioni (mansionale).
“Quello che per noi è necessario e prioritario in trentino – illustra
Cesare Hoffer, del sindacato indipendente Nursing up Trento – è attivare ad un tavolo sindacale a livello provinciale per definire una nuova declaratoria delle funzioni, aderente alla nostra realtà e volta ad una reale valorizzazione della nuova funzione. Si dovrà discutere a livello contrattuale sulle modalità di attribuzione dell'incarico, durata, definendo nel contempo i relativi benefici economici. L'inserimento di questa nuova figura a livello territoriale comporterà dei cambiamenti, pertanto sarà necessario il confronto sindacale, per esaminare tutta una serie di questioni che sono di competenza della contrattazione”e si renderà necessario un confronto anche con la professione medica e con l'Azienda sanitaria trentina, che dovrà implementare gli organici infermieristici a tutt'oggi carenti.
Endrius Salvalaggio
27 ottobre 2020
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