Ancora fumata nera sulle guardie mediche
La Cisl Medici auspicava una nuova proposta che mettesse tutti d’accordo, ma si è vista recapitare la richiesta, per le guardie mediche, di “venire coinvolte nel servizio notturno presso le carceri di Trento”. Secco no del sindacato. “Un aggravio di lavoro su 340 carcerati per i medici di Ca della sola sede di Trento, in mancanza assoluta di tutele assicurative e con la stessa retribuzione del 2005. Come dire: becchi e bastonati”.
07 MAR - Si è svolta questa mattina una nuova riunione del Comitato provinciale della medicina generale della Pa di Trento, alla presenza del Direttore
Paolo Bordon, dell’Assessore
Stefania Segnana e del nuovo Direttore Generale del Dipartimento salute,
Giancarlo Ruscitti. Il confronto, tuttavia, anziché portare a una distensione ha ulteriormente inasprito i rapporti tra azienda e Cisl Medici.
“Ci attendevamo, dopo le affermazioni del Presidente Fugatti e della Assessora Segnana, riferite all’ostruzionismo della Cisl medici sulla problematica dell’aumento delle sedi di guardia, che la parte pubblica, potenziata dal dott. Ruscitti, con riferimento agli incipit dei sindaci e dei cittadini, portasse un nuovo documento da firmare, che mettesse d’accordo tutti e che forse avrebbe potuto trovare la nostra condiscendenza. Al contrario, il Direttore Generale aziendale ha posto principalmente sul piatto la possibilità, per le guardie mediche trentine, di venire coinvolte nel servizio notturno presso le carceri di Trento. Cisl medici è del tutto contraria alla questione, che getta ulteriore frizione tra la categoria e l’azienda stessa, con un aggravio, per i medici di continuità assistenziale della sola sede di Trento, di lavoro su 340 carcerati ( in un carcere che ne può contenere al massimo 240),mancanza assoluta di tutele assicurative, con la stessa retribuzione del 2005.Come dire: becchi e bastonati”, riferisce in una nota
Nicola Paoli, segretario generale Cisl medici del Trentino.
Sulla questione delle sedi di guardia medica, “passate in secondo ordine, che pensavamo interessasse principalmente la Provincia, visto che la stessa non intende dialogare in alcuna maniera con il sindacato di maggioranza assoluta della medicina generale, abbiamo confermato – riferisce Paoli - che accetteremo una corretta trattativa tra le parti per le tematiche che interessano la parte pubblica solamente quando vedremo altrettanto rispetto riguardante le tematiche che interessano i medici di medicina generale”.
La proposta della Cisl Medici è di “aumentare il numero dei medici di continuità assistenziale potenziando le sedi esistenti ad oggi, con l’abbassamento dell’ottimale, come richiesto dalla parte pubblica, ma solo al termine di un accordo che preveda aumenti salariali per la categoria, fermi al 2002, e che si risolvano, prima, le tre criticità inerenti sciopero ed agitazione tutt'ora presente”.
“Non accetteremo tavoli separati – spiega Paoli - perché il contratto della medicina generale prevede un solo tavolo. Se invece si intende aumentare le sedi di guardia, come da programmazione provinciale, sarà il caso di ragionare sulla indispensabilità delle sedi preesistenti, comprendendo quindi Denno e Cles, Arco e Bleggio, Cavalese e Levico e così via fino a ricostituire tutte quelle preesistenti alla Delibera Zeni”.
L’Assessore Segnana, riferisce infine la Cisl Medici, “lasciando il tavolo, non ha prospettato alcuna ulteriore riunione”.
07 marzo 2019
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