Polemica sul pronto soccorso del Santa Chiara. Botta e risposta tra Zeni e consiglieri opposizione
L'assessore parla di codici bianchi per il 19% degli accessi, verdi per il 64,2%, gialli per il 15,6% e rossi per l’1%. “Nel 90,7% l’attesa è inferiore a 2 ore, nel 76,4 % la permanenza non supera le 4 ore”. La replica dei consiglieri Cia, Bezzi e Savoi: “La sua sanità fatta di numeri, mentre noi abbiamo cercato di evidenziare i disagi della sanità vissuta quotidianamente dai cittadini. E nulla è stato imputato al personale”.
01 AGO - Botta e risposta tra l’assessore alla Sanità della PA di Trento
Luca Zeni e i consiglieri
Claudio Cia (Gruppo Misto),
Giacomo Bezzi (Forza Italia)
, Alessandro Savoi (Lega Nord Trentino), che ieri erano davanti all’ospedale Santa Chiara di Trento per evidenziare le criticità del Pronto Soccorso.
Fotografia non reale, per l'assessore e il direttore sanitario di Apss
Claudio Dario, che in una nota presentano i dati in loro possesso: “Nel 2017 gli accessi al Pronto soccorso in tutta la rete ospedaliera provinciale sono stati 221.527. Di questi i codici bianchi sono stati il 19%, i codici verdi il 64,2%, i codici gialli il 15,6% e i codici rossi l’1%. Nel 90,7% dei casi i pazienti sono stati chiamati a visita entro le 2 ore dall’effettuazione del triage e nel 76,4 % dei casi sono stati dimessi non oltre le 4 ore di permanenza. I dati riferiti al primo semestre del 2018 confermano quasi fedelmente quelli registrati nell’anno precedente”.
“Possono certamente verificarsi episodi e giornate – ha affermato nella nota Claudio Dario – in cui tali percentuali non sono rispettate; le cause sono però da ricercare più nel concretizzarsi di situazioni particolarmente impegnative che in presunti malfunzionamenti del sistema. A titolo del tutto esemplificativo si pensi che nella giornata di domenica scorsa il servizio di elisoccorso è stato attivato 26 volte con 20 trasporti primari, con il conseguente aumento del carico di lavoro sui diversi pronto soccorso provinciali. E nella giornata di ieri gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara sono stati circa 300. Siamo di fronte a numeri del tutto eccezionali. Il senso del concetto di rete ospedaliera integrata – ha concluso Dario – sta proprio nella capacità del sistema di adattarsi ad affrontare giornate particolarmente gravose in termini di numeri, ridistribuendo il “peso” sulle altre strutture che compongo il sistema stesso”.
“Quelle dei consiglieri di minoranza – ha commentato l’assessore Zeni – sono dichiarazioni di inizio campagna elettorale, che volutamente non tengono conto della complessità del sistema provinciale di gestione dell’urgenza/emergenza e che si dimostrano particolarmente ingiuste nei confronti di tutto il personale coinvolto in uno dei servizi più delicati e importanti della sanità provinciale. I dati evidenziano una realtà ben diversa, caratterizzata da serietà, professionalità ed efficienza. Non emerge peraltro nessuna proposta, solo volontà di polemica. L'auspicio è che non si pensi di passare i prossimi due mesi a strumentalizzare la sanità trentina per meri fini di polemica elettorale”.
“Si dice che spesso ci si affida ai numeri come gli ubriachi si attaccano ai lampioni… non per farsi illuminare, ma per farsi sostenere. Anche in questo caso Zeni presenta la sua sanità fatta di numeri, mentre noi abbiamo cercato di evidenziare i disagi della sanità vissuta quotidianamente dai cittadini”, replicano i consiglieri.
Cia, Bezzi, Savoi si dicono “stupiti” di “tutta questa solerzia nel ‘dare i numeri’, specie quando alcune delle nostre interrogazioni provinciali non trovano risposta da oltre un anno, quando dovrebbero ricevere un riscontro entro 30 giorni, e quanto arrivano, magari, presentano risposte incomplete: vorrà dire che d’ora in avanti sarà forse opportuno fare più conferenze stampa e meno interrogazioni”.
“L’Assessore Zeni - proseguono - si è affrettato a dichiarare che ‘Quelle dei consiglieri di minoranza sono dichiarazioni di inizio campagna elettorale’ dimostrando come sia evidentemente poco attento alla politica locale, considerato che è dal primo giorno in Consiglio provinciale che ci battiamo per denunciare queste lentezze e un’organizzazione della sanità che non mette al centro il paziente, ma i numeri. Nel suo intervento l’assessore Zeni conclude in maniera imbarazzante, spostando l’attenzione sul lavoro del personale, mai messo in discussione, affermando che le dichiarazioni dei Claudio Cia, Giacomo Bezzi, Alessandro Savoi ‘si dimostrano particolarmente ingiuste nei confronti di tutto il personale coinvolto in uno dei servizi più delicati e importanti della sanità provinciale’. Sono parole che dimostrano ancora una volta, se ce ne fosse la necessità, che l’Assessore non ha il dono dell’ascolto, altrimenti avrebbe capito che nulla è stato imputato al personale, che anzi si fa in quattro per garantire la migliore assistenza possibile ai pazienti, nonostante i tagli e l’organizzazione sanitaria”.
Per Cia, Bezzi, Savoi “tirare in ballo i professionisti della sanità, usandoli come scudo, appare però come un’operazione inqualificabile e che stigmatizziamo”.
“Invece di cogliere uno spunto per migliorare – proseguono i consiglieri - l’assessore difende l’indifendibile, o più propriamente difende la sua autoreferenzialità. Le nostre statistiche sono i nostri anziani e i pazienti che escono dal Pronto soccorso, e nutriamo diversi dubbi sui numeri forniti dal direttore sanitario: o cambiano le cose, o a ottobre i cittadini cambieranno questa politica dei numeri e chi si nasconde dietro ad essi”.
Poi aggiungono: “A dimostrazione che quella di Zeni è una sanità dei numeri, contro la realtà percepita dai cittadini, abbiamo ricevuto diverse telefonate da pazienti che, visti gli articoli sulla stampa, ci hanno chiamato proprio dal Pronto soccorso per dirci che sono già lì da 4 ore (quelle 4 ore non oltre le quali, secondo i numeri di Zeni, quasi l’80% dei pazienti verrebbe dimesso) e che probabilmente torneranno a casa stasera. Ostinarsi a non vedere i problemi fingendo che tutto vada bene, ostentando pure sicurezza e presunzione, ci fa perdere l’occasione di agire e di prendere quei provvedimenti necessari affinché si possa migliorare. E non vale solo per il Pronto soccorso”.
01 agosto 2018
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