Alto Adige: approvato il percorso diagnostico terapeutico per i parti a basso rischio. È il primo in Italia
È stato approvato dalla Giunta provinciale il percorso diagnostico terapeutico di assistenza alle donne in gravidanza che affrontano parti a basso rischio ostetrico e che segue il neonato sano sino al primo anno di vita. Si tratta del primo percorso in questa tematica approvato dal Ministero della Salute e valutato come buona pratica a livello nazionale.
28 DIC - "È stato approvato dalla Giunta provinciale il percorso diagnostico terapeutico di assistenza alle donne in gravidanza che affrontano parti a basso rischio ostetrico e che segue il neonato sano sino al primo anno di vita. Si tratta del primo percorso in questa tematica approvato dal Ministero della Salute e valutato come buona pratica a livello nazionale. L’esigenza di elaborare un percorso caratterizzato da un modello assistenziale unitario da adottare a livello provinciale era emersa circa 2 anni e mezzo fa - si legge in una nota della Provincia di Bolzano - durante un convegno organizzato dall’Ufficio ordinamento sanitario. Le priorità identificate dal convegno riguardavano i modelli organizzativi, la stratificazione del rischio, i percorsi assistenziali, la continuità terapeutica, la collaborazione interprofessionale, i punti d’incontro, i corsi preparto, il lavoro in rete con altri servizi, l’assistenza territoriale delle partorienti e la sensibilizzazione della popolazione.
Il Dipartimento alla salute e l’Azienda sanitaria hanno quindi incaricato un gruppo di lavoro di elaborare, in stretta collaborazione con il Comitato provinciale percorso nascita, un modello organizzativo unitario per l’assistenza prima, durante e dopo il parto. Il modello si riferisce specificatamente a gravidanze a basso rischio - spiega la nota -, denominate anche gravidanze e parti fisiologici, dando importanza soprattutto all’individuazione dei criteri che permettono la distinzione fra gravidanze a basso e ad alto rischio. Il modello unitario corrisponde alle normative approvate a livello nazionale ed ha avuto l’approvazione da parte del Ministero della salute, del Comitato nazionale percorso nascita, nonché del Comitato tecnico provinciale.
"Il modello ha l’obiettivo di garantire - secondo l’assessora provinciale alla salute,
Martha Stocker - un’assistenza unitaria per permettere equità nell’accesso e nella prestazione, orientata il più possibile alle esigenze delle donne, per non sottoporle a un rischio ulteriore e non giustificato".
"Un aspetto innovativo del modello è rappresentato dalla sala parto presso i punti nascita organizzata autonomamente dal personale ostetrico in collaborazione con tutte le professioni sanitarie coinvolte nel percorso nascita. Tale sala parto deve naturalmente soddisfare tutte le esigenze e gli standard di qualità e sicurezza fissati dall’accordo sottoscritto tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome. La creazione di un Centro unico di prenotazione - conclude la nota - consente di fissare gli appuntamenti nel corso dei quali possono avere luogo anche le consulenze e le informazioni da parte di un’ostetrica. Un’ulteriore innovazione prevista dal modello è rappresentata dall’utilizzo, per le visite preventive nell’ambito della diagnostica prenatale, di 5 centri per la valutazione del rischio cromosomico che offrono il loro servizio con personale accreditato".
28 dicembre 2018
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