Codiv. Omceo Torino in campo per aiutare le fasce più deboli
La Regione ha accolto la proposta lanciata negli scorsi giorni dall'Omceo che ora, attraverso i componenti della propria Commissione Solidarietà e le organizzazioni di volontariato cui fanno riferimento, si occuperà di individuare le persone bisognose di aiuto, eseguire tamponi rapidi, distribuire dispositivi di protezione e coordinare tutte le azioni che verranno svolte. La Regione fornirà il materiale necessario all’iniziativa, Dpi e tamponi antigenici. LA LETTERA A CIRIO
20 NOV - L’Ordine dei Medici di Torino scende in campo concretamente per supportare la prevenzione e il controllo dell’epidemia da Sars-CoV-2 presso le fasce più deboli della popolazione. Lo fa attraverso i componenti della propria Commissione Solidarietà e le organizzazioni di volontariato cui fanno riferimento. I medici volontari dell’Omceo Torino si occuperanno di individuare le persone bisognose di aiuto, eseguire tamponi rapidi, distribuire dispositivi di protezione e coordinare tutte le azioni che verranno svolte.
“La Regione Piemonte - spiega l’Omceo in una nota - ha accolto la proposta del presidente dell’Ordine,
Guido Giustetto, che nei giorni scorsi aveva scritto al presidente
Alberto Cirio, dando la disponibilità a intraprendere questo impegno con i propri medici volontari, a tutela della salute pubblica e con l’obiettivo di contenere la diffusione dell’epidemia di Covid-19. La Regione fornirà il materiale necessario all’iniziativa, Dpi e tamponi antigenici”.
I destinatari dell’iniziativa sono “le persone che vivono in condizioni di estrema povertà e si rivolgono a strutture come mense e dormitori pubblici, i senza fissa dimora, i migranti, non hanno i mezzi per acquistare i dispositivi di protezione”, che “con più difficoltà rispettano le misure di distanziamento e di precauzione previste e non vengono sottoposte ai tamponi o ai test rapidi, finendo in sostanza per non curarsi o per rivolgersi in ritardo ai servizi sanitari e rischiando di diventare veicolo di infezione. Si tratta oltretutto delle fasce più a rischio di avere quadri clinici gravi, proprio per le condizioni di salute e di vita preesistenti”, osserva l’Omceo.
Per l’Ordine “occuparsi di questa situazione significa dunque contribuire a ridurre contagi, ricoveri ospedalieri e decessi, come ha sottolineato anche uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Lancet (
qui ripreso e tradotto da Torino Medica), in cui si valuta l’efficacia delle misure intraprese in Gran Bretagna in questi mesi”.
A Torino, evidenzia l’Ordine, “ci sono esperienze come quella di Rainbow for Africa che - in collaborazione con il Gruppo Abele e con Danish Refugee Council – da qualche giorno ha ripreso la propria attività a favore della popolazione più fragile, già portata avanti la scorsa primavera”.
“Ringrazio il presidente Cirio per la sensibilità dimostrata – commenta il presidente dell’Ordine Giustetto –. Crediamo sia un’iniziativa di grande importanza, che l’Ordine è pronta a intraprendere con i propri medici volontari, a supporto del sistema sanitario pubblico e interagendo con le associazioni che si occupano delle fasce più deboli. Si tratta di una questione di carattere umanitario, etico, ma innanzitutto di un problema di salute pubblica che riguarda tutta la comunità, per fare in modo che non sia lasciato indietro nessuno”.
20 novembre 2020
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