Tumore del seno. In Piemonte ogni anno oltre 4.400 nuovi casi
Presentato oggi il convegno internazionale Innovators in Breast Cancer, che si apre domani a Torino con la partecipazione di oltre 100 specialisti da tutta Italia e di 12 relatori stranieri. Novara centro di riferimento per l’assistenza e la ricerca. Gennari (Uni. Piemonte Orientale): “Con la Breast Unit del Maggiore abbiamo fermato la ‘fuga’ di malati verso altri centri e ne attiriamo anche da fuori provincia”.
07 NOV - Cresce in Piemonte il numero di nuovi casi di tumore del seno. Nel 2019 ne sono attesi oltre 4.400 per un totale di 55mila donne interessate dal carcinoma in tutta la Regione. L’88% delle pazienti è viva a cinque anni dalla diagnosi e possono quindi essere considerate guarite. A scattare questa fotografia, sulla neoplasia più diffusa e frequente nella Penisola, sono gli organizzatori del convegno internazionale Innovators in Breast Cancer: the value of academic research, he si apre domani a Torino e vede la partecipazione di oltre 100 specialisti da tutta Italia e di 12 relatori stranieri. Viene presentato oggi con una conferenza stampa a Novara che rappresenta anche l’occasione per fare il punto sull’assistenza alle donne offerta dalle strutture sanitarie del Piemonte Orientale.
“Ricerca medica e multidisciplinarietà sono strumenti imprescindibili contro un tumore molto diffuso come quello al seno - afferma in una nota la prof.ssa
Alessandra Gennari, del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale e Direttore della S.C.D.U di Oncologia dell'A.O.U. "Maggiore della Carità" di Novara -. Da oltre dieci anni è attiva al Maggiore di Novara un’efficiente Breast Unit al cui interno lavorano oltre 30 specialisti sia medici che chirurghi. Solo nell’ultimo anno abbiamo affrontato oltre 500 nuovi casi di carcinoma della mammella. Tutti gli indicatori e i dati in nostro possesso dimostrano come siamo ormai in grado di affrontare maggiori carichi di lavoro garantendo sempre diagnosi e terapie valutate da un team multidisciplinare. Nel corso degli anni abbiamo ridotto i tempi di attesa tra la biopsia e l’inizio del trattamento chirurgico o medico. Adesso entro un massimo di 50 giorni la donna colpita dal cancro riceve una prima cura".
“Novara è una città di “confine” e grazie alla nostra Breast Unit abbiamo fermato la “fuga” dei pazienti di questa zona del Piemonte, verso le strutture sanitarie più grandi di Milano o Torino - aggiunge il prof.
Renzo Boldorini, Responsabile Breast Unit UPO/Ospedale Novara -. Registriamo infatti un 20% di pazienti che provengono da fuori provincia. Rappresentiamo un esempio di come una Unit, gestita in modo adeguato, possa garantire un ottimo livello di assistenza anche nelle città più piccole e periferiche della Penisola. E questo vale anche per le attività scientifiche di ricerca. Negli ultimi mesi abbiamo avviato un importante studio internazionale, sui tumori mammari metastatici, che vede la partecipazione della nostra Breast Unit insieme a quelle di Monaco di Baviera, Parigi, Barcellona e Forli”.
Il convegno Innovators in Breast Cancer di Torino vedrà al centro della discussione le novità sul carcinoma mammario con particolare attenzione ai recenti dati in merito all'immunoterapia, alle terapie con inibitori delle cicline e al trattamento delle pazienti anziane. Durante una speciale sessione di oncogeriatria verranno presentati i primi dati sul progetto Healthy Aging Upo condotto dall’Healthy Ageing Group dell’Università del Piemonte Orientale. Si tratta di un gruppo multidisciplinare di ricercatori e docenti universitari che porta avanti fin dal 2015 attività di ricerca specifiche. Nel 2018 l’Healthy Ageing Group ha ottenuto la valutazione positiva del MIUR relativa al Fondo di finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza delle due strutture della Scuola di Medicina, Dipartimento di Medicina Traslazionale (DIMET) e Dipartimento di Scienze della Salute (DSS).
“L’invecchiamento della popolazione sta modificando gli scenari epidemiologici, sociali ed economici della nostra società e quindi anche il sistema sanitario, il welfare e le attività scientifiche devono adattarsi - sottolinea il prof.
Fabrizio Faggiano, responsabile progetto Healthy Aging -. All’interno del progetto Healthy Ageing Group abbiamo attivato la piattaforma di ricerca clinico-traslazionale “ONCOAGING”. Stiamo valutando l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti oncologici di alcuni farmaci biologici e chemioterapici. L’obiettivo è quello di evitare terapie inutili o controproducenti ai malati e ridurre di conseguenza sprechi di preziose risorse. Un anziano può trarre benefici dai farmaci innovativi tuttavia il profilo di tossicità può variare a seconda delle caratteristiche di ogni singola persona. La nostra ricerca dimostra come anche un paziente fragile possa usufruire delle cure più avanzate ma sono assolutamente necessarie alcune misure di supporto tra cui fisioterapia, terapie del dolore specifiche, interventi di sostegno psiconcologico, o regimi alimentari particolari”.
“Si tratta di un’attività di altissimo livello che ha ottenuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali - conclude il prof.
Marco Krengli, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale -. Come Università del Piemonte Orientale stiamo lavorando per promuovere progetti, quanto più possibile multidisciplinari e condivisi, sul tema dell’invecchiamento sano e sull’alimentazione. Abbiamo attivato un nuovo Dottorato di Ricerca Internazionale e Interdisciplinare in “Food, Health and Longevity”. Porremo grande attenzione anche ai corsi di alta formazione post-laurea che interessano la sfera dell’Healthy Aging. Sono già attivi il Master in Lifestyle Medicine e il Master in Infermieristica di Famiglia e di Comunità. Stiamo lavorando e definendo altri nuovi percorsi di studi specifici”.
07 novembre 2019
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