Anche lo Smi contro le aperture della Giunta al privato accreditato: “Inaccettabile”
Dopo l’Anaao Assomed Piemonte, anche la segretaria nazionale del Sindacato dei Medici Italiani, Pina Onotri, contesta la Delibera regionale che consente a tutto il privato accreditato di prescrivere visite ed esami. “Un’inaccettabile manovra contro il ruolo dei Medici di Medicina Generale ed il servizio sanitario pubblico a danno dell’unitarietà delle prestazioni e a favore dei privati”.
29 GIU - “L’assessore piemontese alla sanità
Antonio Saitta vuole liberalizzare le prescrizioni (visite, medicinali, esami) che potranno essere effettuate anche dai medici delle strutture private per pazienti del servizio sanitario regionale. La nuova norma, da quanto afferma l’assessore, partirebbe dal primo settembre prossimo per alcuni presidi, ed entrerebbe a pieno regime dal primo gennaio 2019. Questa scelta, se venisse confermata, rappresenta una manovra senza precedenti nei confronti del ruolo del medico di medicina generale ed è contro il Servizio Sanitario Pubblico”. Ad affermarlo, in una nota,
Pina Onotri, Segretaria Nazionale dello Smi (Sindacato Medici Italiani).
“
I cittadini italiani – prosegue Onotri - hanno preferito, nel corso degli ultimi decenni, di mantenere la scelta fiduciaria, nei confronti dei Mmg, perché garantisce, ancora oggi, la qualità del rapporto medico paziente all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Questo è il valore aggiunto che fa del medico dell’area primaria delle cure l’interlocutore privilegiato del cittadino e che gli permette di essere stabilmente di gran lunga in testa nelle valutazioni di gradimento fra i diversi servizi offerti dal Ssn”.
Per Onotri “ridurre l’attività del medico di medicina generale alla sommatoria di singole prestazioni, come vorrebbe fare l’assessore Saitta, significherebbe non avere piena cognizione del ruolo e delle competenze della medicina generale. Il medico di famiglia fonda la sua attività sia con la relazione (protratta nel tempo) con il paziente, sia con una conoscenza approfondita delle patologie e delle cure del soggetto preso in carica”.
“Consentire le prescrizioni anche ai medici delle strutture private significherebbe assestare un duro colpo alla capillarità del servizio, alla vicinanza del medico di medicina generale al cittadino, e allo stesso tempo, contribuirebbe allo smantellamento del Servizio sanitario pubblico sul territorio che, dal dopo guerra a oggi, ha rappresentato il primo fattore di tutela della salute nel nostro Paese”, prosegue Onostri.
La segretaria nazionale del sindacato spiega che “lo Smi valuterà, a partire dai prossimi giorni, tutte le iniziative sindacali e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per contrastare, in Piemonte ed eventualmente in tutta Italia, questa incomprensibile e dannosa manovra contro il ruolo dei medici di medicina generale, a danno del Servizio Sanitario Pubblico e dell’unitarietà delle prestazioni e a favore dei privati”.
29 giugno 2018
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