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Piemonte. Assistenti sociali: ogni azienda sanitaria avrà un servizio dedicato

Una delibera regionale dispone che tutte le aziende sanitarie  che non lo abbiano già fatto dovranno dotarsi di un Servizio Sociale Professionale Aziendale a cui far afferire tutti gli assistenti sociali dell’azienda. Il servizio dovrà essere guidato da un dirigente assistente sociale. LA DELIBERA

02 MAR - Tutte le Aziende del servizio sanitario regionale “che non vi abbiano già provveduto, istituiscano o adeguino il Servizio Sociale Professionale Aziendale” a cui “afferiscano tutti i professionisti Assistenti Sociali dell’Azienda”. Inoltre dovranno “istituire il profilo professionale di Dirigente Assistente Sociale ed attribuire […] l’incarico di responsabile del Servizio Sociale Professionale Aziendale”.

È questo il contenuto di una delibera della Giunta della Regione Piemonte che riorganizza le attività fornite dagli assistenti sociali nelle Aziende sanitarie e ne riconosce formalmente il ruolo professionale.

La figura professionale dell’assistente sociale in sanità è prevista sin dalla riforma ospedaliera di cinquant’anni fa e dal 1993 è istituito l'Albo nazionale, con la definizione dei requisiti per l’esercizio professionale: in Piemonte l’Ordine regionale assistenti sociali conta su 2.400 iscritti.
“Abbiamo atteso con trepidazione che la Regione approvasse questa delibera di indirizzo per lo svolgimento delle funzioni sociali e l'organizzazione del Servizio Sociale aziendale all'interno delle Aziende Sanitarie, risultato della collaborazione tra l’Assessorato alla Sanità, l’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte e la rete regionale dei Servizi Sociali della Sanità piemontese”, ha affermato Barbara Rosina che ha guidato l’ordine negli ultimi 4 anni e ha appena concluso il suo mandato. “Si tratta di un importante passo in avanti e rappresenta una prova tangibile del riconoscimento da parte della Regione nei confronti della nostra professione. Il percorso intrapreso con l’assessorato regionale alla sanità testimonia l’importanza non solo di monitorare l’iter legislativo, ma anche l’essenziale contributo della professione. Occorre guardare alla salute con attenzione ai determinanti sociali che incidono sul benessere individuale e collettivo, affiancare agli interventi medico sanitari gli interventi sociali di accompagnamento delle persone affette da patologie e delle loro famiglie nei percorsi di cura, riabilitazione, riconoscendo l’importanza delle reti del territorio e dell’ambiente sociale”.

La delibera riconosce al Servizio Sociale Professionale Aziendale le seguenti funzioni:
- la valutazione degli aspetti sociali, finalizzata a conoscere le situazioni delle persone, con particolare attenzione ai loro diritti, nonchè delle risorse del sistema dei servizi e della società, per consentire l’attuazione dell’integrazione socio-sanitaria e l’elaborazione, anche in collaborazione con le èquipe multiprofessionali, di progetti di cura e di riabilitazione che consentano un incremento della qualità ed economicità del sistema attraverso le metodologie e le tecniche proprie del profilo professionale, con l’autonomia tecnico professionale riconosciuta dalle vigenti leggi;
- partecipazione alla alimentazione dei flussi informativi nazionali e regionali dei diversi ambiti di intervento del Servizio Sociale Professionale Aziendale;
- orientamento, accompagnamento, nonché advocacy nei confronti dei cittadini e delle loro famiglie per un utilizzo appropriato delle risorse nel rispetto del diritto del cittadino all’autodeterminazione;
- rapporti con l’Autorità Giudiziaria Civile, Penale, Minorile;
- collaborazione alla gestione integrata dei percorsi di continuità delle cure, intra-aziendali ed inter-aziendali, per l’avvio e la definizione di un progetto assistenziale individuale adeguato alle necessità del cittadino;
- gestione e coordinamento di interventi professionali a tutela dei minori, delle donne, degli anziani e degli adulti in situazione di fragilità o vittime di violenza, in collaborazione con le équipes di riferimento per l’attivazione di percorsi protetti per gli adempimenti previsti dalle Autorità Giudiziarie competenti;
- collaborazione ed indirizzo per l’attuazione di progetti condivisi con il Volontariato e il Terzo Settore per iniziative di solidarietà, di sensibilizzazione della comunità, di orientamento e formazione e di educazione alla salute;
- ricerca e supporto alla costruzione di nuovi modelli di governo delle reti del Welfare sanitario, socio-sanitario, attraverso l’individuazione e costruzione di un sistema di rilevazione di indicatori sociali per l’analisi quali-quantitativa dei percorsi integrati e la realizzazione di idonei strumenti di valutazione per la realizzazione di progetti di ricerca innovativi;
- realizzazione degli obiettivi strategici aziendali attraverso azioni pianificate specifiche del Servizio Sociale Professionale Aziendale;

Gli assistenti sociali, ha detto l’assessore alla Sanità Antonio Saita sono “figure professionali indispensabili nel raccordo sempre più stretto tra sanità e politiche sociali, nella costruzione del welfare per la popolazione del Piemonte”.

 

02 marzo 2018
© Riproduzione riservata

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