Ipasvi Torino: “Le carenze del sistema rendono le festività uno dei rischi sanitari maggiori”
Dopo il Nursind, anche il Collegio Ipasvi di Torino interviene sulle criticità legate all’iper affollamento dei Pronto Soccorso durante le feste natalizia. Carenza di personale, ridotta presenza dei medici di famigliala mancanza di un adeguato servizio di assistenza territoriale e dell’informazione ai cittadini per usufruire, eventualmente, di risorse come gli infermieri di famiglia e di comunità. Queste le principali cause, secondo l'Ipasvi, che sollecita la Regione sugli interventi già discussi ma ancora non realizzati.
29 DIC - “Le festività sono uno dei rischi sanitari maggiori. Non è una boutade, ma una constatazione che deriva dall’esperienza di chi svolge una professione sul campo, in prima linea come gli infermieri”. A sostenerlo è
Maria Adele Schirru, presidente dell’Ipasvi Torino, che interviene sui disagi vissuti dalla sanità torinese in occasione delle festività natalizie.
“La carenza di personale – afferma Schirru - è ormai evidente nella nostra Regione, così come in tutta Italia. I turni, spesso anche obbligati da parte delle aziende che devono esaurire ferie e permessi dei loro dipendenti, aggravano la situazione delle strutture tanto che i mass media riportano attese sempre più lunghe e codici bianchi che intasano i pronto soccorso”.
Per la presidente Ipasvi Torino “va sottolineata un’altra evidenza: il servizio di assistenza territoriale ancora non c’è. Così come non c’è informazione sufficiente ai cittadini per usufruire, eventualmente, di risorse come gli infermieri di famiglia e di comunità, che la Regione Piemonte ha previsto e deliberato, ma non ancora attivato in tutte le Asl. Di conseguenza, i piemontesi si trovano con il solo pronto soccorso come risorsa per cercare soluzione ai loro bisogni di salute, anche se elementari”.
“Sappiamo anche – prosegue Schirru - che i medici di famiglia, fondamentali nella loro azione sul territorio, nei periodi festivi spesso non garantiscono la continuità della loro presenza e i loro pazienti il più delle volte preferiscono rischiare una fila in ospedale piuttosto che rivolgersi a un sostituto che non è la loro scelta di fiducia e che spesso neppure conoscono”.
Ma in questo modo, denunci la presidente dell’Ipasvi Torino, “non sono tutelati né i diritti dei professionisti né tantomeno, ciò che è peggio, quelli dei cittadini ai quali si parla di assistenza di qualità che non trovano d’inverno sotto l’albero di Natale e d’estate sotto l’ombrellone”.
“L’Ordine degli infermieri di Torino – conclude Schirru - ha più volte sollecitato un intervento della Regione per verificare le condizioni di lavoro dei propri iscritti, ma a quanto pare le lettere e le richieste ufficiali non servono: mi auguro che ora i pazienti-cittadini che soffrono e si lamentano siano un viatico sufficiente per essere ascoltati, per dare il via all’Osservatorio sulle professioni promesso e mai avviato, per rivedere la consistenza degli organici che evidentemente non ce la fanno a garantire un servizio per il quale servirebbero ben più del numero degli infermieri e degli altri professionisti oggi in servizio. Gli assistiti incontrano noi nel momento in cui hanno bisogno e non possiamo e non vogliamo surrogare e/o giustificare le responsabilità organizzative locali e regionali per spiegare loro che potrebbero avere un’assistenza che in quel momento non ricevono”.
29 dicembre 2017
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