Lotta all’antibiotico resistenza. Troppe le differenze tra Regione e Regione. In Piemonte avviata iniziativa di sorveglianza
L’Italia è così profondamente divisa da indurre l’Ecdc a bocciare le difformità del sistema. È quanto emerso dall’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzati a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Di Perri (Univ. di Torino): “Un buon uso di antibiotici significa salvaguardia delle risorse”. IL VIDEO
07 APR - Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che vede il nostro Paese tra i primi tre Stati in Europa con percentuali di resistenza più elevati, dopo Grecia e Turchia, è avvertito in maniera differente tra Regione e Regione. Le differenze tra le varie realtà locali e le problematicità relative al fenomeno dell’antibiotico resistenza sono state al centro dell’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzato a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Un evento che ha visto il confronto tra istituzioni, clinici, microbiologi e manager della salute a livello regionale per individuare percorsi condivisi per lo sviluppo di modelli virtuosi.
In Piemonte è in corso un’iniziativa, partita dall’Aou San Giovanni Battista delle Molinette, che ha le caratteristiche della trasversalità e che intende coinvolgere numerosi settori della medicina specialistica, ha spiegato Giovanni Di Perri dell’Università di Torino. “È un’iniziativa di sorveglianza, quindi con una partecipazione multidisciplinare di infettivologi, microbiologi e internisti, tesa a verificare quella che è una situazione evidentemente deficitaria un po’ in tutta la penisola e in tutta Europa, ovvero seguire alcuni germi chiave per quanto riguarda il problema dell’antibiotico resistenza. Da qui è stato formulato un manuale, una sorta di guida per i medici che operano in Piemonte, a partire ovviamente dalle Molinette”.
Ora ci sarà però la necessità di: “Creare una rete per poter poi condividere contenuti e soprattutto iniziative, perché il buon uso degli antibiotici deve andare nella direzione di salvaguardare le risorse attuali e soprattutto di gestire le prossime che saremo chiamati a proteggere per quanto riguarda futuri fenomeni di antibiotico resistenza”.