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Piemonte. I 15 anni della banca del latte di Moncalieri. Intervista a Antonio Marra

Il Direttore del reparto di Neonatologia e T.I.N., ne ha spiegato il funzionamento. "Fondamentale l'apporto delle madri di neonati prematuri: producono latte con maggiore contenuto calorico e proteico per adattarsi alle diverse esigenze immunologiche e di crescita".

11 FEB - La Regione ha individuato sul territorio piemontese tre banche del Latte. Santa Croce di Moncalieri, Sant’Anna di Torino e, neo entrata, la banca del latte dell’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Un riconoscimento di grande significato che avvalora la pratica dell’allattamento e seno e, nel contempo, l’alto valore nutritivo del latte materno. La banca del latte di Moncalieri opera ormai da 15 anni e fornisce latte a molte mamme che non posso allattare. A spiegarlo è Antonio Marra, Direttore del reparto di Neonatologia e T.I.N. dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri del quale, la neonatologia è uno dei biglietti da visita. A lui abbiamo fatto alcune domande.

Dott. Marra Tra le diverse attività che la sua Divisione porta oggi avanti per promuovere l’allattamento materno quale vuole sottolineare?
Occorre fare un’importante distinzione tra i neonati a termine e i neonati prematuri. Nel primo caso il nostro approccio consiste nel lasciare i bambini il più possibile con le mamme. La visita medica al neonato viene rimandata ad un secondo momento (tranne in casi di particolari problemi) in primo luogo è fondamentale che mamma, papà e bambino entrino in contatto e si conoscano reciprocamente. Per quanto riguarda l’allattamento consigliamo di attaccare il bambino quando ha fame, non diamo aggiunte a meno di situazioni particolari, come nel caso di bambini ipoglicemici che hanno bisogno di supplementi. In questi casi facciamo riferimento alla nostra Banca del Latte. Quando abbiamo a che fare con bambini prematuri la strategia è completamente diversa: il prematuro, purtroppo, nasce prima del tempo e quindi non ha ancora acquisito le capacità di un neonato a termine. Parallelamente anche la madre è prematura perché non si aspettava di partorire in quel momento. Se li mettiamo in contatto senza le dovute attenzioni c’è un alta percentuale di insuccesso poiché la mamma è in crisi ed il bambino è momentaneamente incapace. Quindi in questi casi bisogna attivare una modalità di lavoro totalmente diversa: fare in modo che la mamma possa avere accesso al reparto h24, aiutarla e sostenerla nell’avvio dell’ allattamento. Nel caso di neonati prematuri, infatti, il latte viene somministrato con il sondino, la mamma (già dopo un’ora dal parto) riceve indicazioni su come fare a tirarsi il latte. Una volta arrivata la montata si utilizza il latte della mamma, alcune ne producono così tanto da diventare mamme donatrici. In questi caso il tiralatte è di grandissimo aiuto perché supporta le mamme per un periodo di circa 6 settimane, il tempo necessario al neonato, per poter maturare le sue capacità. La nostra speranza è che a fine percorso molti bambini riescano ad attaccarsi al seno.

Per queste mamme è quindi fondamentale rimanere a fianco del proprio bambino?
Assolutamente sì. Affinchè sia possibile l’allattamento al seno nelle TIN devono sussistere contemporaneamente due fattori: l’accessibilità alla TIN h 24 per i genitori e la presenza di Banca del Latte. La vista del bimbo è fondamentale per mamma e bambino. Nei neonati a termine il bambino viene messo a contatto “pelle a pelle” con la mamma affinchè si liberi ossitocina, detto anche ormone dell’amore, prodotto anche durante il travaglio, il parto e durante i rapporti sessuali. Nelle mamme di neonati pretermine le produzione di questo ormone è reso più difficile, proprio per le condizioni di sfiducia e di dolore della mamma. Da qui l’importanza del riposo e del sostegno da parte del personale ospedaliero: la nostra TIN, ad esempio, mette a disposizione un team multidisciplinare con fisioterapisti e psicologi che forniscono un valido aiuto in questo periodo così difficile e complicato che dovrebbe concludersi con l’attaccamento del bambino al seno.
Qualche dato sul nostro reparto: dei neonati con peso molto basso alla nascita (<1.500 grammi e sotto le 30 settimane) l’84% ha una dimissione con allattamento materno, di questi il 50%, a distanza di tempo, si attacca al seno.

Per quanto riguarda la vostra Banca del latte, quando è nata e quanti litri di latte raccoglie in media ogni anno?
La nostra Banca del Latte è nata 15 anni fa e quest’anno ha prodotto circa 130 litri di latte, serve la nostra TIN ed il punto nascita di Chieri. Alcune madri di neonati prematuri hanno molto latte e quindi sono loro stesse a chiedere di diventare donatrici. Il latte prodotto da una mamma di un bambino nato pretermine ha un maggiore contenuto calorico e proteico per adattarsi alle diverse esigenze immunologiche e di crescita in questo frangente per cui verrà somministrato solo ai neonati pretermine.

Ma due parole occorre spenderle per il prezioso servizio di Terapia Intensiva neonatale attivo al Santa Croce.
Per quanto riguarda i dati qualitativi della TIN di Moncalieri, riporto i dati del Vermont, network neonatale cui partecipano tutte le TIN Piemontesi e quasi tutte quelle italiane e molte mondiali, che riguarda tutti i neonati < le 30 sett. età gestazionale e/o < 1500 gr di peso. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito 121 prematuri di questa categoria con una mortalità del 11% a fronte di una mortalità in Italia del 14,6% e nel mondo occidentale del 14,9%, con morte o morbilità alla dimissione del 35,5% a fronte del 39,2% in Italia e del 45,3% nel mondo occidentale. Un altro dato di cui la TIN di Moncalieri va fiera è il tasso di allattamento al seno alla dimissione in questa categoria di prematuri: a Moncalieri il tasso di latte materno alla dimissione è dell’ 84,3% a fronte di un tasso del 54,7% in Italia e del 48,3% nel mondo occidentale. Ciò è reso possibile da una grossa attenzione alla “care” della coppia mamma-neonato e dalla presenza di una Banca del latte nel nostro reparto (una delle due banche del latte della Regione Piemonte). L’allattamento materno in questa categoria di bambini migliora la prognosi e riduce la necessità di interventi che aumentano i rischi per il piccolo oltre che aumentare le spese sia durante la degenza che nella fase di crescita del nato pretermine. Tra gli elementi di forza della nostra TIN va annoverata l’ostetricia del nostro Punto Nascita che da sempre lavora in piena armonia e collaborazione con noi, con un tasso di T.C,nonostante la presenza di molte gravidanze a rischio, che è calato via via nel tempo fino a collocarsi al 20% nel 2014 nei confronti del 37% registrato al S. Anna nel 2013, con un'attenta ottimizzazione del timing dei parti a rischio e con efficiente gestione delle gravidanze a rischio. Nei 30 anni di attività della nostra TIN, nell’ottica di realizzare quella assistenza multi professionale ai nostri piccoli pazienti ed alle loro famiglie, ritenuta indispensabile per uno sviluppo il più vicino possibile allo sviluppo di un nato a termine, sono stati assunti vari professionisti con provata competenza neonatale, NPI, psicologhe cliniche, fisioterapiste che collaborano attivamente con noi; ci avvaliamo inoltre di un laboratorio che ha via via utilizzato sempre più micro metodi, di una radiologia con portatili dedicati e di consulenti con competenze neonatali: oculista, cardiologi ecc..

 

11 febbraio 2015
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