“La Regione Piemonte, nel prorogare all’anno 2032 il termine ultimo per la restituzione della parte rimanente della liquidità indebitamente sottratta al SSR, è invece venuta meno, unilateralmente, all’impegno di completare tale restituzione entro il decennio, in tal modo non solo autorizzando il perdurante impiego di somme, originariamente destinate al SSR, ad altre finalità, ma soprattutto violando il principio di definizione concordata degli obiettivi e delle misure di mantenimento dell’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale”. È quanto si legge nella sentenza con cui la Consulta ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 8 della legge della Regione Piemonte 24 aprile 2023, n. 6 (Bilancio di previsione finanziario 2023-2025), nella parte in cui, nel sostituire il comma 2 dell’art. 14 della legge Regione Piemonte 5 dicembre 2016, n. 24 (Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2016-2018 e disposizioni finanziarie), ha stabilito che «2. A decorrere dall’esercizio 2023 e fino all’esercizio 2032 è garantito il trasferimento di cassa in favore della gestione sanitaria da prelevare dal conto di tesoreria della gestione ordinaria, per importi, riferiti a ciascun anno, pari a 93.000.000,00 negli esercizi dal 2023 al 2025 e a euro 92.000.000,00 negli esercizi dal 2026 al 2032, da destinare alla riduzione dei residui passivi verso le aziende sanitarie regionali al 31 dicembre 2015.», invece che «2. A decorrere dall’esercizio 2023 e fino all’esercizio 2026 è garantito il trasferimento di cassa in favore della gestione sanitaria da prelevare dal conto di tesoreria della gestione ordinaria, di un importo complessivo pari a 923 milioni di euro, da destinare alla riduzione dei residui passivi verso le aziende sanitarie regionali al 31 dicembre 2015», secondo modalità rimesse a successiva legge regionale”.
“La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 8 della legge n. 6 del 24 aprile 2023 della Regione Piemonte, nella quale la Giunta Cirio aveva previsto di prolungare oltre i dieci anni il periodo per la restituzione al Servizio sanitario regionale delle somme destinate alla gestione sanitaria, ma indebitamente sottratte e utilizzate per altri scopi. Parliamo di un miliardo e mezzo di euro strappato alla sanità piemontese, che si è quindi venuta a trovare in una situazione di squilibrio economico-finanziario. Con buona pace dei cittadini e del loro diritto alla Salute, come sempre calpestato da questa destra. La bocciatura della Corte Costituzionale, peraltro, arriva proprio nel momento in cui il Presidente Cirio apre alla costruzione di un pronto soccorso da affidare alla gestione dei privati. Diamo un consiglio al governatore: segua i dettami della Costituzione, smetta di depredare la sanità pubblica e dimentichi i favori ai privati. Altrimenti si faccia da parte e ci lasci salvare la sanità piemontese”. Lo scrivono in una nota congiunta Elisa Pirro e Chiara Appendino, parlamentari piemontesi del Movimento 5 Stelle, e Sarah Disabato, candidata M5S a Presidente della Regione Piemonte.