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Lotta all’antibiotico resistenza. Troppe le differenze tra Regione e Regione. Obiettivo Marche, avviare in tutti gli ospedali le procedure per la stewardship antibiotica

L’Italia è così profondamente divisa da indurre l’Ecdc a bocciare le difformità del sistema. È quanto emerso dall’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzati a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Pieretti. “Nelle Marche avviato da tempo percorso sull’antimicrobial stewardship” IL VIDEO

07 APR - Il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che vede il nostro Paese tra i primi tre Stati in Europa con percentuali di resistenza più elevati, dopo Grecia e Turchia, è avvertito in maniera differente tra Regione e Regione. Le differenze tra le varie realtà locali e le problematicità relative al fenomeno dell’antibiotico resistenza sono state al centro dell’evento “Stato dell’arte dell’antimicrobial stewardship: esperienze regionali a confronto” organizzato a Milano e Roma con il supporto non condizionato di Msd. Un evento che ha visto il confronto tra i istituzioni, clinici, microbiologi e manager della salute a livello regionale per individuare percorsi condivisi per lo sviluppo di modelli virtuosi.
 
Nelle regione Marche, come ha spiegato Barbara Pieretti dell’Ao Ospedali Riuniti Marche si sta lavorando già da tempo sulla stewardship antimicrobica “sia con gruppi di lavoro regionale costituiti da una rete laboratoristica di microbiologi, che comprende anche medici ospedalieri, infettivologi in particolare, ma anche medici che operano sul territorio, da quelli di medicina generale ai pediatri di libera scelta, allo scopo di cercare di razionalizzare l’utilizzo e la prescrizione di antibiotici e valutare quale sia la circolazione dei ceppi multiresistenti nella Regione, proprio partendo dal rilevamento dei dati microbiologici nel laboratorio”. Questo, ha aggiunto, permette anche di valutare, grazie a una rete “i fenotipi di resistenza principali, soprattutto per quanto riguarda le Enterobatteriacee, quindi i ceppi gram negativi, e verificare la circolazione di questi ceppi anche all’interno degli ospedali, di valutare i cluster e quant’altro”. “L’obiettivo ora – ha concluso – è arrivare ad avere in tutti i nostri ospedali delle procedure per la stewardship antibiotica sia a livello di profilassi antibiotica che di gestione del paziente critico o che ha subito interventi di chirurgia particolari, e cercare di fornire in tutti i laboratori, coinvolgendo anche le direzioni sanitarie, opportune istruzioni per sorvegliare al meglio i pazienti che purtroppo sviluppano questo tipo di resistenze”.
 

07 aprile 2017
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